Durante la pandemia da SARS-CoV-2 i consultori familiari hanno riorganizzato le modalità di lavoro per mantenere il contatto con la popolazione

Continuare a svolgere le attività e a ricoprire il proprio il ruolo nei confronti della popolazione nonostante la diffusione del COVID-19. I consultori familiari hanno riorganizzato il lavoro per mantenere i servizi offerti in sicurezza. A parlarne con un’indagine è un articolo pubblicato sulla rivista Epidemiologia&Prevenzione, dove vengono descritte le attività di alcuni consultori nel corso dei primi mesi della pandemia.

Sono state riportate le esperienze relative a 8 aziende sanitarie italiane in 5 regioni del Nord (in province ad alta diffusione del virus), 2 del Centro (Toscana centro e Roma 2, con media diffusione del virus) e 1 del Sud (Napoli 3 Sud, con bassa diffusione del virus) nel periodo da marzo a giugno 2020, con l’attenzione a quattro aree di intervento: percorso nascita, corsi di accompagnamento alla nascita, programmi di screening cervicale e azioni per gli adolescenti.

In particolare, per quanto riguarda il percorso nascita, è stato attivato da tutti il triage telefonico e il distanziamento degli appuntamenti in sede, con garanzia di accesso diretto per urgenze in gravidanza e puerperio, e la maggior parte delle aziende, per la gravidanza, ha attivato colloqui telefonici periodici o videochiamate con un’ostetrica. Tutti i consultori hanno fornito un servizio telefonico per il sostegno all’allattamento e all’accudimento e per il supporto psicologico. Inoltre, al fine di limitare gli accessi ai punti nascita, in due aziende nelle zone più colpite sono stati aumentati gli orari per il servizio di ecografia ostetrica presso i consultori e in una a media diffusione sono stati acquisiti nuovi spazi a garanzia del distanziamento, per non ridurre il numero delle prestazioni. Nel caso di donne in gravidanza positive al virus, in 6 aziende su 8 la presa in carico è stata dell’ospedale, ma in due è stato previsto un percorso assistenziale integrato con il territorio.

Sulla base dei dati disponibili, da un confronto con il 2019, in alcuni dei consultori considerati le modifiche apportate hanno permesso di mantenere il contatto con le donne in gravidanza e puerperio durante la pandemia facendo anche fronte a un aumento della domanda.