Presentata una proposta di legge per la possibilità di azione dell’Autorità garante dell’infanzia e dell’adolescenza

Una figura che possa realmente difendere i diritti dei minori, che possa intervenire e proporre misure, non solo osservare e descrivere. Questo l’obiettivo di una proposta di legge presentata da Paolo Siani e Paolo Lattanzio, coordinatori dell’intergruppo parlamentare Infanzia e Adolescenza.

“Così com’è oggi il garante per l’Infanzia non ha nessun potere decisionale: osserva il fenomeno e lo racconta, ma nessuno ne tiene conto. Per questo motivo abbiamo presentato una proposta di legge per chiedere sostanzialmente due cose: l’Autorità garante deve intervenire sulla legge annuale di bilancio approvando o proponendo le misure per l’infanzia; e, per uscire dalle logiche politiche, deve essere nominata dal presidente della Repubblica”, afferma Paolo Siani. “Quello che chiediamo è un garante dei Minori che possa difendere davvero, in modo proprio e accurato, i diritti dei bambini e delle bambine”.

Paolo Siani sottolinea inoltre che l’Autorità garante dell’infanzia e dell’adolescenza (AGIA) “è una figura necessaria che esiste in tutti i Paesi europei, ma che in Italia ha poco personale e poche risorse e va dunque ripensata”. Secondo il pediatra è importante questa modifica in un momento difficile per l’infanzia come conseguenza della pandemia da SARS-CoV-2, con la chiusura delle scuole e l’ostacolo alle relazioni sociali. Paolo Siani ricorda anche i numeri dei casi di maltrattamento, riportati dall’ultima indagine condotta per l’AGIA da Terre des hommes e Cismai, che sottolineano l’importanza di mantenere alta l’attenzione sui minori. Dati ai quali, dice ancora Paolo Siani, “va aggiunto quanto riportato dal secondo ‘Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia’, realizzato dal Censis per Federsicurezza: in pieno lockdown da marzo a ottobre 2020 le richieste di aiuto da parte delle donne al numero antiviolenza 1522 sono aumentate del 71,9% su base annua. Sono dati che richiedono risposte immediate, è un altro segnale di come l’infanzia venga considerata solo quando accade un episodio e se ne parla, ma si fa molto poco per prevenirlo. Noi pediatri sappiamo che si può prevenire il maltrattamento, ci sono segnali di allarme che si colgono prima che il fatto accada. Dunque va messo tutto a sistema e creata una rete in grado di poter agire e muoversi anche in prevenzione”.