Al Bambino Gesù effettuato il primo trapianto pediatrico a un ragazzo che ha ricevuto un nuovo cuore da donatore positivo al virus

Un ragazzo di 15 anni ha ricevuto un nuovo cuore da un donatore positivo al SARS-CoV-2, intervento effettuato presso l’Ospedale Pediatrico bambino Gesù di Roma. Il ragazzo, negativo al virus, è stato trattato con anticorpi monoclonali per eliminare il rischio di sviluppare il COVID-19. È la prima volta al mondo in ambito pediatrico che viene effettuato un trapianto d’organo da donatore positivo al SARS-CoV-2 a paziente negativo.

“In campo pediatrico trovare un cuore compatibile per un trapianto è più difficile che negli adulti. Nell’ultimo anno poi, a causa della pandemia e delle restrizioni adottate per contrastarla, queste difficoltà sono ulteriormente aumentate”, ha raccontato Antonio Amodeo, responsabile della struttura complessa di scompenso, trapianto e assistenza meccanica cardio-respiratoria dell’Ospedale. “Individuare un cuore compatibile per un trapianto è spesso un’occasione più unica che rara. Per questo abbiamo fatto il possibile affinché il ragazzo in lista d’attesa potesse ottenere l’organo che stava aspettando. Una scelta che può fare la differenza tra la vita e la morte”.

Il ricevente è un ragazzo che era affetto da cardiopatia dilatativa, in lista di attesa per il trapianto da settembre dello scorso anno: a giugno 2020, per un peggioramento con arresto cardiaco, aveva avuto bisogno del supporto ECMO e poco dopo era stato sottoposto a un intervento per impiantare un cuore artificiale. Per effettuare il trapianto sono state necessarie autorizzazioni speciali da parte del Centro Nazionale Trapianti (CNT) e dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).

Infatti, il cuore compatibile individuato a maggio 2021 era di donatore positivo al SARS-CoV-2 e la legge consente il trapianto solo su pazienti positivi o guariti dal COVID-19. I medici e i ricercatori delle strutture complesse di Microbiologia e Diagnostica di immunologia e quelli dell’Immunologia clinica e Vaccinologia del Bambino Gesù hanno calcolato il rischio di contagio, come ha spiegato Carlo Federico Perno, responsabile di Microbiologia e Diagnostica di immunologia del Bambino Gesù: “Al fine di valutare il rischio di trasmissione del virus SARS CoV-2 sono state effettuate numerose ricerche nell’apparato respiratorio, sul sangue e sul cuore del donatore, attraverso tecniche alquanto sofisticate, che, nel loro insieme, hanno evidenziato un rischio di trasmissione virale molto basso”. È stata quindi richiesta al CNT una deroga alla normativa vigente, che è stata concessa per la prima volta in ambito pediatrico (la seconda in assoluto; l’altra è stata su un adulto trapiantato al Sant’Orsola di Bologna).

“Al fine di ridurre ulteriormente tale rischio, in collaborazione con i colleghi dell’immunologia clinica e vaccinologia, è stata valutata l’ipotesi di somministrare un farmaco a base di anticorpi monoclonali diretti contro il virus SARS CoV-2”, ha aggiunto Carlo Federico Perno. Da qui la richiesta di seconda autorizzazione speciale, rivolta all’AIFA, di deroga al protocollo attuale che consente l’utilizzo degli anticorpi monoclonali solo su pazienti già malati di COVID-19 e a determinate condizioni, per poterli utilizzare sul ragazzo ricevente.

Avute le autorizzazioni, è stato effettuato il trapianto di cuore e successivamente somministrati gli anticorpi monoclonali: dagli esami effettuati dopo l’infusione è stata rilevata la presenza nel sangue di una quantità significativa di anticorpi specifici. “L’operazione è il frutto di un percorso multidisciplinare in cui l’aumento degli strumenti per il trattamento del SARS-SoV-2, come il vaccino, le terapie monoclonali e le terapie antivirali ha portato allo sviluppo di una serie di strumenti, sia di ricerca che clinici, che hanno aperto prospettive fino a poco tempo impensabili”, ha concluso Paolo Palma, responsabile di Immunologia clinica e Vaccinologia dell’Ospedale.