La SIN commenta con preoccupazione il fondo per i sostituti del latte materno previsto nel provvedimento inserito nella legge di bilancio

Sostenere economicamente solo un’opzione alimentare può compromettere la spontaneità di una scelta naturale. Il Presidente delle Società Italiana di Neonatologia (SIN), Fabio Mosca, esprime preoccupazione nei confronti del provvedimento inserito nella legge di bilancio che prevede un fondo per i sostituti del latte materno.

“L’allocazione di risorse finanziarie per le famiglie dovrebbe prescindere dal tipo di allattamento ed essere una modalità per sostenere la nascita, la crescita e l’alimentazione corretta del neonato e del bambino”, afferma Fabio Mosca. “Sostenere solo l’allattamento artificiale, infatti, rischia di disincentivare l’allattamento al seno, che resta e deve essere la scelta privilegiata, e potrebbe compromettere ulteriormente uno scenario non ottimale per il nostro Paese. Nelle scelte sull’allattamento è fondamentale il coinvolgimento di neonatologi e pediatri”.

Il timore è che il fondo per i sostituti del latte materno, senza iniziative collegate, abbia un impatto negativo sull’allattamento materno nei primi mesi di vita, anche nelle condizioni in cui è possibile: “Riteniamo che questo provvedimento, se non verranno definiti criteri oggettivi e stringenti, possa penalizzare l’allattamento al seno. È necessario, da una parte, identificare le poche situazioni, basate su solide evidenze scientifiche, in cui l’allattamento materno è controindicato, dall’altra affiancare questa iniziativa a interventi dedicati al sostegno dell’allattamento naturale”, spiega ancora il Presidente della SIN. “Servono politiche organiche a favore dell’allattamento al seno e della maternità, che da tempo sosteniamo insieme alle altre società scientifiche dell’area perinatale, come misure legislative ancora più incisive a supporto delle donne lavoratici, affinché riescano ad allattare i loro bambini più a lungo di quanto attualmente avvenga e norme specifiche per la diffusione delle banche del latte umano donato”.

In Italia non c’è un monitoraggio nazionale dell’allattamento, ma una survey condotta dal Tavolo Tecnico Allattamento del Ministero della Salute nel 2014 indica che l’allattamento esclusivo alla dimissione dall’ospedale varia dal 20 al 97%, a tre mesi è intorno al 47-52% e a cinque mesi scende arrivando al 12-30%.

“La lista allegata al testo di legge, che contiene le condizioni materne che giustificherebbero il ricorso all’allattamento artificiale, non corrisponde alle recenti evidenze scientifiche, né alla pratica clinica”, conclude Fabio Mosca, sottolineando la disponibilità delle società scientifiche a collaborare. “Va pertanto riconsiderata e siamo pronti, insieme alla Società Italiana di Pediatria (SIP), come anche manifestato direttamente al Ministro della Salute Speranza in una lettera a lui indirizzata, a dare il nostro dettagliato parere, anche in sintonia col documento di consenso del 2015 promosso dal Tavolo Tecnico Allattamento del Ministero della Salute (Allattamento al seno e uso del latte materno/umano. Position Statement 2015 di Società Italiana di Pediatria (SIP), Società Italiana di Neonatologia (SIN), Società Italiana di Cure Primarie Pediatriche (SICuPP), Società Italiana di Gastroenterologia Epatologia e Nutrizione Pediatrica (SIGENP), in collaborazione con il Tavolo Tecnico Operativo Interdisciplinare sulla Promozione dell’Allattamento al Seno (TAS) del Ministero della Salute)”.