Uno studio mostra miglioramenti nei bambini con complicanze da COVID-19

Un farmaco sviluppato per il trattamento della celiachia sembra ottenere risultati incoraggianti anche per il trattamento della sindrome multi-infiammatoria dei bambini (MIS-C), secondo su alcuni casi uno studio pubblicato sulla rivista Critical Care Explorations.

La MIS-C si può sviluppare in bambini e adolescenti dopo infezione da COVID-19 con coinvolgimento di diversi organi. Il farmaco era stato individuato diversi mesi fa da un team multidisciplinare del Massgeneral Hospital for Children (MGHfc), Brigham and Women’s Hospital e Fondazione EBRIS e aveva mostrato particolare efficacia nel trattamento della MIS-C.

Secondo uno studio precedente di altri componenti del gruppo di ricerca, in casi di MIS-C, il SARS-CoV-2 può rimanere nell’intestino per settimane o mesi dopo l’infezione e una barriera mucosale compromessa favorisce l’entrata di particelle virale nel flusso sanguigno, come la proteina spike, causando infezioni come COVID-19 e, in rari casi, l’elevata risposta infiammatoria che innesca la MIS-C.

“Grazie a un lavoro di squadra, siamo stati in grado di dimostrare che le particelle virali che rimangono nell’intestino molto tempo dopo l’infezione da COVID-19 possono indurre MIS-C,” dice il coautore senior David Walt, principale ricercatore del Walt Laboratory presso il Brigham’s Department of Pathology. “Capitalizzando su questa importante scoperta, vogliamo verificare se il trattamento con un farmaco sviluppato per un’altra patologia – la celiachia – potrebbe aiutare a curare i sintomi nei bambini affetti da MIS-C”.

La larazotide acetato è stata per la prima volta sviluppata nei primi anni 2000 da Alessio Fasano (a capo del Mucosal Immunology and Biology Research Center e del Division of Pediatric Gastroenterology and Nutrition at MGHfC e presidente della Fondazione Ebris) come trattamento della celiachia. Nel 2000 Alessio Fasano e il suo gruppo della University of Maryland School of Medicine hanno scoperto la zonulina, una proteina che regola la permeabilità intestinale aprendo le giunzioni serrate tra le cellule epiteliali dell’intestino tenue: tale azione permette il passaggio di sostanze dal lume intestinale nel flusso sanguigno, compreso il glutine, che può causare sintomi per le persone geneticamente predisposte alla celiachia. La larazotide acetato si è rivelata un inibitore zonulinico nel trattamento della celiachia ed è attualmente in Fase 3 di sperimentazione clinica sull’uomo, come trattamento aggiuntivo alla dieta senza glutine.

Il ruolo della zonulina

Su queste basi i ricercatori hanno somministrato il farmaco a quattro malati gravi di età compresa tra i 3 e i 17 anni ricoverati per MIS-C presso l’MGH, più steroidi e immunoglobuline endovena (IVIG), e confrontato i risultati rispetto ad altri 22 bambini trattati solo con steroidi e IVG. I bambini che hanno ricevuto quattro dosi giornaliere di larazotide acetato hanno avuto una risoluzione significativamente più rapida dei sintomi gastrointestinali e una degenza più breve; inoltre, i livelli sierici della proteina spike associata al virus SARS-CoV-2 sono diminuiti molto più velocemente, scomparendo nel giro di un giorno rispetto ai 10 giorni per i bambini non trattati con il farmaco.

In generale, sulle possibilità dell’utilizzo del farmaco lazarotide acetato nel trattamento delle complicazioni gastrointestinali del MIS-C vi è uno studio in corso. “Abbiamo collegato i punti per trarre vantaggio dalla ricerca in corso riguardante l’attivazione dei processi biologici della zonulina in differenti condizioni infiammatorie”, racconta Alessio Fasano.” La recente ricerca include risultati che dimostrano quanto strettamente la MIS-C assomigli alla malattia di Kawasaki: “La malattia di Kawasaki è causata da un meccanismo dipendente dalla zonulina che ha un effetto simile su organi importanti, come il cuore e il sistema gastrointestinale. Questo ci ha portato alla conclusione che un meccanismo simile potesse entrare in gioco anche nella MIS-C”, dice ancora Alesso Fasano, e conclude: “Ciò che rende unico il nostro approccio è l’essere stati in grado di identificare il passaggio della proteina spike dal lume intestinale al sistema circolatorio a causa della zonulina. Questo ci fornisce non solo uno strumento diagnostico per la ricerca della proteina spike nel sangue, ma anche una terapia specifica che blocca la permeabilità intestinale, dovuta alla zonulina, per trattare questa grave complicanza dovuta all’infezione da COVID-19”.