Il Congresso Nazionale della LICE porta l’attenzione sulla difficoltà di diagnosi e il possibile trattamento inadeguato per epilessia in età neonatale

Diagnosi spesso difficile basata sulla clinica in una crisi epilettica nel neonato, da cui un possibile rischio di errore nella diagnosi e nella terapia fino al 50% dei casi. Se ne è parlato al 45° Congresso Nazionale della Lega Italiana Contro l’Epilessia (LICE) durante il quale, proprio sul tema delle crisi neonatali e il loro monitoraggio, è stato lanciato il primo Registro Italiano Nazionale.

“La gestione delle crisi neonatali è spesso affidata a professionisti di diversa specializzazione come neuropsichiatri infantili, neonatologi, neurologi e pediatri, per questo risulta quanto mai necessaria una uniformità diagnostica e operativa. Tutte le crisi sospette che riguardano i neonati devono essere confermate dall’esecuzione di un elettroencefalogramma (EEG), mentre i neonati a rischio devono essere sottoposti a un monitoraggio continuo e combinato aEEG e cEEG per almeno 24-72 ore dalla nascita”, afferma Laura Tassi, presidente della LICE. “In virtù di questo due anni fa è nato, in collaborazione tra più Società Scientifiche, il gruppo INNESCO (ItaliaN NEonatal Seizure Collaborative Network), primo gruppo di lavoro interdisciplinare formato da neurologi, pediatri, neuropsichiatri infantili, neonatologi e tecnici di neurofisiopatologia che si occupano della gestione delle crisi neonatali”.

Il lavoro del gruppo INNESCO sull’uniformare i protocolli diagnostici, allineati alle prove scientifiche, ha portato alla pubblicazione (su Clinical Neurophysiology) lo scorso anno di un documento di consenso sull’uso di EEG ed aEEG nel neonato, sostenuto e ratificato da varie società scientifiche tra cui la LICE. In collaborazione con INNESCO, il Registro italiano delle crisi neonatali si propone di coinvolgere 40 Terapie Intensive Neonatali neuro-pediatrie e neuropsichiatrie infantili.

Riconoscere le crisi neonatali può essere difficile per i genitori, possono essere confuse con normali attività motorie e quelle generalizzate sono molto rare nei neonati. In generale vi possono essere crisi neonatali, crisi sintomatiche acute espressione di danno peri-neonatale o prematurità, ed epilessie neonatali, da condizioni genetiche-metaboliche benigne, ma talvolta ad evoluzione sfavorevole. “L’istituzione di un Registro Italiano delle crisi neonatali ha come scopo fondamentale quello di creare un database che consentirà di clusterizzare i pazienti in base ad eziologia genetica/metabolica, sindromi epilettiche, eventi sintomatici”, spiega Federico Raviglione, Direttore della U.O.C. UONPIA dell’ASST Rhodense e coordinatore del Gruppo INNESCO, e conclude: “Questo consentirà lo studio e l’analisi strategica di casistiche di pazienti con crisi ed epilessie a esordio neonatale valutandone con correttezza maggiore sia gli aspetti diagnostici sia le conseguenti azioni terapeutiche mirate”.