Il triste bilancio di bambini uccisi o feriti, dei casi di malnutrizione e ritardo nella crescita, le carenze nell’assistenza sanitaria

La Siria entra nel tredicesimo anno di conflitto e l’UNICEF richiama l’attenzione sulla situazione dell’infanzia martoriata dai 12 anni di combattimenti e ostilità, che continuano in diverse parti del Paese. E i numeri riportati dall’organizzazione sono precedenti ai terremoti del febbraio 2023.

Sarebbero circa 13.000 i bambini rimasti uccisi o feriti, e chi resta vive nella paura di attacchi e sfollamento. Vieni stimato che oltre 609.900 piccoli con meno di 5 anni soffrano di ritardi nella crescita a seguito della denutrizione cronica, che è responsabile di danni mentali e fisici irreversibili. Fra il 2021 e il 2022 la malnutrizione acuta grave fra i bimbi tra i 6 e i 59 mesi è aumentata del 48% e nel 2022 i casi di bambini con malnutrizione acuta moderata è aumentato del 55%; da considerare che quasi il 90% di chi vive in Siria è in condizioni di povertà, che comporta un impatto negativo sulla dieta e nutrizione dei bambini.

Prima dei terremoti di febbraio, oltre 3,75 milioni di bambini avevano bisogno di assistenza nutrizionale e circa 7 milioni di assistenza umanitaria urgente; sempre prima di febbraio, erano 6,81 milioni i piccoli che necessitavano di servizi sanitari di base (viene stimato che nel Paese siano rimasti solo 20.000 medici). Inoltre, già prima dei terremoti quasi due terzi degli impianti di trattamento delle acque, metà delle stazioni di pompaggio e un terzo delle torri idriche erano danneggiati, quasi la metà della popolazione dipende da fonti di acqua alternative e spesso insalubri e circa il 70% delle acque reflue scaricate non viene trattato: a settembre 2022 è stata è stata dichiarata un’epidemia di colera e da allora i casi sospetti sono stati quasi 85.000, con la previsione di 39.000 nuovi casi sospetti nei prossimi sei mesi del 2023.

“I bambini della Siria non possono aspettare più a lungo. Dopo anni di conflitto e due terremoti catastrofici, il futuro di milioni di bambini è appeso a un filo. È nostra responsabilità collettiva ribadire ai bambini che il loro futuro è anche la nostra priorità”, afferma Adele Khodr, Direttore regionale dell’UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa, e conclude: “Dobbiamo rispondere ai bisogni dei bambini dovunque essi siano in Siria e supportare i sistemi che sostengono i servizi essenziali di cui hanno disperatamente bisogno”.