Uno studio internazionale indicano che molti neonati muoiono perché gli antibiotici usati stanno perdendo la loro efficacia. Proposti nuovi strumenti di diagnosi e cura

Mortalità alta tra i neonati con emocolture positive e livello alto di resistenza agli antibiotici nei Paesi in via di sviluppo. Secondo uno studio osservazionale internazionale su oltre 3200 neonati con sepsi in 19 ospedali in 11 Paesi, molti muoiono perché gli antibiotici che vengono impiegati stanno perdendo la loro efficacia.

Lo studio (Patterns of antibiotic use, pathogens, and prediction of mortality in hospitalized neonates and young infants with sepsis: A global neonatal sepsis observational cohort study (NeoOBS) ), pubblicato su PLOS Medicine e cui hanno contribuito oltre 80 ricercatori da quattro diversi continenti, è stato condotto dalla Global Antibiotic Research and Development Partnership (GARDP), in collaborazione con Università St George’s di Londra, Penta – Child Health Research (rete di ricerca scientifica indipendente che si occupa di salute materno-infantile, con sede a Padova), il Medical Research Council Clinical Trials Unit dell’University College London (che ha guidato l’analisi dei dati) e l’Università di Anversa. L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma è stato coinvolto per l’Europa come struttura di controllo in termini di qualità per i Paesi in via di sviluppo inclusi nella ricerca.

“Questo studio è stato fondamentale per comprendere meglio il tipo di infezioni che colpiscono i neonati negli ospedali, i germi che le causano, i trattamenti utilizzati e il motivo per cui si registra un così alto numero di decessi”, ha spiegato Manica Balasegaram, direttore esecutivo di GARDP. “Lo studio ci ha fornito informazioni preziose che ci aiuteranno a progettare meglio gli studi clinici e, in ultima analisi, a migliorare le cure e i risultati clinici dei neonati con sepsi”.

Sithembiso Velaphi, primario di pediatria presso il Chris Hani Baragwanath Academic Hospital di Johannesburg, Sudafrica, ha aggiunto: “Lo studio ha messo in luce la cruda realtà delle infezioni resistenti agli antibiotici, soprattutto negli ospedali dei Paesi meno sviluppati, dove spesso mancano infermieri, letti e spazio. Il rischio di infezioni è molto alto e la maggior parte delle infezioni è resistente agli antibiotici. Se un antibiotico non funziona, spesso il bambino muore. Questa situazione deve cambiare con urgenza. Abbiamo bisogno di antibiotici che coprano tutte le infezioni batteriche”.

Hanno partecipato specialisti degli ospedali di Bangladesh, Brasile, Cina, Grecia, India, Italia, Kenya, Sudafrica, Thailandia, Vietnam e Uganda. Il tasso di mortalità variava tra l’1,6% e il 27,3%, con numeri nettamente più alti nei Paesi a basso e medio reddito. Sono state inoltre rilevate differenze ampie nei trattamenti: oltre 200 diverse combinazioni di antibiotici in uso, con frequenti cambi di antibiotici nel corso della terapia per far fronte alla resistenza alta. Molti medici hanno dovuto ricorrere ad antibiotici classificati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) fra quelli da preferirsi solo per casi specifici e limitati per preservarne l’uso, come i carbapenemi, che tuttavia spesso erano gli unici in grado di curare l’infezione; inoltre nel 15% dei neonati con sepsi che hanno preso parte allo studio sono stati utilizzati antibiotici di ultima linea. Infine, batterio più comune è risultato essere il Klebsiella pneumoniae.

“Lo studio osservazionale è stato fondamentale per fornire dati di alta qualità, di cui abbiamo bisogno per progettare studi sulla sepsi neonatale e sui trattamenti appropriati. È stato un grande sforzo collaborativo da parte di ricercatori e medici dall’Africa, Asia, America Latina ed Europa”, ha detto Neal Russell, Sperimentatore principale nello studio presso l’Università St George’s di Londra.

Facilitare la diagnosi e la cura

I dati raccolti dallo studio hanno portato allo sviluppo di due strumenti da utilizzare negli studi clinici e nelle unità di terapia intensiva neonatale di tutto il mondo: il NeoSep Severity Score, basato su dieci segni e sintomi clinici utilizzabili per identificare i neonati più ad alto rischio e garantire loro rapidamente le cure necessarie; e il NeoSep Recovery Score, che con molti degli stessi segni e sintomi clinici fornirà ai medici informazioni chiave sull’opportunità di intensificare le cure.

“Ci auguriamo che NeoObs sia il primo passo per progettare nel prossimo futuro studi clinici volti a identificare nuovi biomarcatori di sepsi e studiare sicurezza ed efficacia nel tempo di nuovi agenti attivi contro i batteri multiresistenti” ha sottolineato Maia de Luca, pediatra infettivologa del Bambino Gesù che ha collaborato all’indagine insieme con i clinici dell’Unità operativa di Malattie Infettive e ai ricercatori del Laboratorio di Microbiologia dell’Ospedale.

Lo studio servirà ad aggiornare le linee guida dell’OMS sul trattamento della sepsi nei neonati. Ha detto Wolfgang Stöhr, statistico nello studio osservazionale presso il Medical Research Council Clinical Trials Unit dell’University College London: “Gli organismi si evolvono, la resistenza ai farmaci cambia; ecco perché le linee guida cliniche per la sepsi neonatale devono essere costantemente aggiornate. Questo processo richiede evidenze scientifiche solide e recenti; questo studio osservazionale è un passo significativo verso trattamenti migliori”.

Un nuovo trial

Infine, i risultati sono stati utilizzati per progettare un nuovo trial, NeoSEP1, per trovare trattamenti migliori per le infezioni neonatali nel contesto della farmaco-resistenza; un trial che esaminerà anche le formulazioni e le dosi di farmaco appropriate per i neonati. “È fondamentale fare ricerca sulla formulazione e il dosaggio dei medicinali per bambini. I bambini non sono piccoli adulti. I farmaci devono essere formulati in modo da soddisfare le loro esigenze in modo sicuro ed efficace”, ha detto Alessandra Nardone, Clinical Project Manager di Penta – Child Health Research.

Il lavoro di laboratorio svolto durante lo studio osservazionale sarà una base utile per NeoSEP1, come ha ricordato Surbhi Malhotra-Kumar, responsabile del Laboratorio di Microbiologia Medica dell’Università di Anversa: “Il Laboratorio di Microbiologia Medica (LMM LAB-Net) ha svolto la funzione di laboratorio centrale, supportando le analisi di laboratorio locali per lo studio osservazionale. Abbiamo anche eseguito un’analisi molecolare approfondita sui patogeni raccolti. Insieme, questi risultati forniscono informazioni preziose per lo studio NeoSep1”.

NeoSep1 è guidato da GARDP, Università St George’s di Londra e Medical Research Council Clinical Trials Unit dell’University College London, ed è condotto presso l’ospedale accademico Chris Hani Baragwanath di Soweto, Johannesburg, l’ospedale Tygerberg di Città del Capo e il Kilifi County Hospital in Kenya.