559 milioni di bambini e bambine nel mondo sono attualmente esposti ad alta frequenza di ondate di calore. Le stime dell’UNICEF

Un bambino su tre vive in Paesi con temperature alte e uno su quattro è esposto a ondate di calore (qualsiasi periodo di 3 o più giorni in cui la temperatura massima giornaliera supera del 10% la media locale di 15 giorni) con una frequenza alta, che significa 4,5 o più all’anno. Le stime parlano di 559 milioni di bambini attualmente esposti ad alta frequenza di ondate di calore. A parlarne è l’UNICEF, che aggiunge che 624 milioni di bambini sono esposti a una delle altre tre condizioni di caldo elevato: durata elevata dell’ondata di calore, gravità elevata dell’ondata di calore o temperature estremamente elevate.

Le previsioni mostrano uno scenario secondo il quale tutti i 2,02 miliardi di bambini nel mondo saranno esposti a un’alta frequenza di ondate di calore entro il 2050, e questo indipendentemente dal raggiungimento di uno “scenario a basse emissioni di gas serra” o di uno “scenario ad altissime emissioni di gas serra” con un riscaldamento stimato rispettivamente di 1,7 e 2,4 gradi nel 2050. L’UNICEF riporta inoltre che la “durata delle ondate di calore elevate attualmente ha conseguenze su 538 milioni (o il 23%) dei bambini a livello globale”, un numero che arriverà a 1,6 miliardi o 1,9 miliardi nel 2050 con un riscaldamento di 1,7 o 2,4 gradi. E ricorda come più i bambini sono esposti a ondate di calore, maggiori sono le probabilità di avere problemi di salute, comprese malattie respiratorie croniche, asma e malattie cardiovascolari, e neonati e bambini piccoli sono esposti a rischi più alti di mortalità per il caldo. Infine, da considerare anche gli effetti sull’ambiente, su sicurezza, nutrizione e accesso all’acqua, istruzione e sostentamento futuro.

La situazione italiana

Rispetto all’Italia, Andrea Iacomini, portavoce dell’UNICEF Italia, ha sottolineato: “L’Italia si trova nella cosiddetta zona hotspot del Mediterraneo, cioè è tra le aree che si riscaldano più rapidamente rispetto all’aumento della media globale. In Italia nel 2020 erano 6,1 milioni i minorenni esposti a un’alta frequenza di ondate di calore: nel 2050 saranno 8,7 in uno scenario a basse emissioni, 9,7 in uno scenario a emissioni molto elevate. Per quanto riguarda la durata delle ondate di calore, nel 2020 avevamo 7,2 milioni di minorenni esposti a una durata elevata, nel 2050 ne avremo 8,7 in uno scenario a basse emissioni, 9,2 in uno scenario a emissioni molto elevate. Sono dati preoccupanti, sui cui non dobbiamo abbassare la guardia”.

Sempre considerando l’Italia, che si sta dotando di un Piano Nazionale di Adattamento ai cambiamenti climatici, l’UNICEF chiede un intervento in settori cruciali per l’infanzia, “acqua, strutture sanitarie e igiene (WASH), salute, nutrizione, istruzione, politiche sociali e protezione dell’infanzia; di mettere bambini e adolescenti in condizione di agire attraverso una formazione strutturale sui cambiamenti climatici, inclusa la riduzione del rischio da disastri naturali; di consultare i bambini e i giovani sia in fase di stesura, sia nelle fasi di realizzazione, monitoraggio e valutazione delle politiche climatiche”.

L’UNICEF Italia, sul cambiamento climatico e la sostenibilità ambientale, ha lanciato una campagna per la sensibilizzazione di bambini giovani e famiglie: Cambiamo Aria: la crisi climatica è una crisi dei diritti delle bambine e dei bambini.