Una campagna di sensibilizzazione contro l’uso degli schermi digitali sotto i 2 anni di cui si è parlato al Congresso Nazionale della SIPPS

Una nuova emergenza legata alle tecnologie digitali, che presenta aspetto pericolosi su cui sensibilizzare per un errato utilizzo o abuso. La campagna ‘Ora che lo so. Il cellulare può aspettare’ contro l’uso degli schermi digitali sotto i 2 anni, presentata a Bologna durante XXXV Congresso Nazionale della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), si propone di sensibilizzare sugli effetti dannosi dell’utilizzo del cellulare da parte dei bambini sotto i 2 anni di vita.

L’iniziativa è realizzata dall’assessorato all’Istruzione del comune di Bergamo in collaborazione con Ats Bergamo, pediatri di famiglia Bergamo, Garante per i diritti dell’infanzia e adolescenza del comune di Bergamo, Associazione Parole O_Stili, e con la partecipazione di SpazioUau, consulting company di Trieste specializzata nei servizi di comunicazione, marketing e sviluppo digitale. Viene focalizzata l’attenzione sui comportamenti comuni che spesso gli adulti hanno nel relazionarsi con i bambini, sulle conseguenze negative di tali gesti e sull’avere una consapevolezza dei rischi e i possibili disturbi collegati all’uso disinvolto dei device.

Sul sito dell’iniziativa si trovano esemplificate tre situazioni di utilizzo, affermando che il cellulare non fa da baby sitter (per esempio durante cene con amici, o in auto, eccetera), non fa le coccole (per esempio per un uso durante l’allattamento, per la ninna nanna per far addormentare, durante la pappa eccetera), non fa giocare (per intrattenere il bambino o la bambina mentre si deve fare altro).

Viene sottolineato come l’esposizione agli schermi in età infantile possa provocare disturbi neuro-relazionali, psico-affettivi e motorio-posturali, e nell’esemplificare le tre situazioni citate (baby sitter, coccole, gioco) viene riportato che la percentuale italiana di bimbi e bimbe che usano computer, tablet o smartphone tra gli 11 e i 15 mesi di età è pari al 58,1%, che anche solo una telefonata di 30 secondi può interferire con la funzione di rispecchiamento relazionale, influenzando così l’acquisizione dell’autoregolazione emotiva, e che la media di tempo sempre nella fascia di età tra 11 e 15 mesi trascorsa davanti a uno schermo è di due ore al giorno. E per ognuno dei tre punti vengono illustrate azioni da porre in atto, ‘ora che lo so’, per modificare l’utilizzo dei device con questa maggiore consapevolezza.

La campagna trova spazio su alcuni manifesti di Bergamo, oltre che online sui siti oracheloso.bergamo.it e bambiniegenitori.bergamo.it