Italia indietro nei percorsi informativi e clinici di educazione sessuale: presentazione dei dati sul tema
L’Italia non offre ancora adeguati percorsi informativi e clinici di educazione sessuale: la ‘materia’ non entra nelle scuole, non ci sono figure referenziali ben definite per la popolazione maschile, dopo l’abolizione della formazione andrologica dai piani di studio universitari, manca una cultura alla prevenzione per comportamenti a rischio che possono esporre a malattie/infezioni a trasmissione sessuale, a gravidanze indesiderate come anche per patologie potenzialmente responsabili di infertilità. Lo confermano le evidenze: il posizionamento dell’Italia al 23° in tema di contraccezione o il drammatico calo delle vaccinazioni per l’HPV (Human Papilloma Virus) sono alcuni casi emblematici. Se ne è discusso in occasione di “Lei&Lui: educare alla salute e all’intimità, dall’adolescenza all’età matura”, promosso da Federchimica ASSOSALUTE.
Le criticità negli adolescenti
Una recente indagine della SIA (Società italiana di andrologia) attesta che il 68% dei giovani di età compresa tra i 16 e i 35 anni sa chi è l’andrologo e che il 58% ritiene molto importante sottoporsi a visite preventive. Ma al concetto non segue l’azione: il 74% dei giovani non ha mai incontrato un andrologo e l’84% non effettua controlli regolari. Complice lo “stato dell’arte” poco confortante per il (giovane) maschio: la chiusura, negli anni Novanta, delle scuole di Specializzazione in Andrologia che ha privato gli uomini, dall’adolescenza all’età matura, di un referente ben definito, al pari del ginecologo per la donna, soppiantato da più professionisti e da una serie di ambulatori – urologia, endocrinologia, fisiopatologia della riproduzione – che si (pre)occupano e prendono in carico la sessualità e salute al maschile secondo differenti accezioni.
A ciò si è sommata l’abolizione della visita di leva, con inevitabili ripercussioni, in tutte le fasi della vita, per la salute: poco più del 20% degli uomini, in età adolescenziale e adulta, richiede infatti una visita per la prevenzione uro-andrologica, giungendo in gran parte dei casi all’osservazione del medico quando i problemi della sfera sessuale e/o riproduttiva o dei genitali, sono conclamati: malattie sessualmente trasmissibili, disturbi della minzione o dell’eiaculazione fra i più giovani, prostatiti dovute al consumo eccessivo di alcolici e superalcolici, disordini alimentari, l’uso eccessivo di moto o, tra gli adulti, un utilizzo eccessivo o non corretto della bicicletta.
A questo si aggiungono alcuni dubbi giovanili ricorrenti, quali le dimensioni del pene, la cosiddetta “sindrome da spogliatoio” che si verifica quando i ragazzi si confrontano in palestra, o la forma dei genitali come la curvatura congenita del pene. Preoccupano, inoltre, i disturbi sessuali, che secondo una ricerca dell’Associazione andrologi italiani, cominciano subito dopo il fallimento della prima esperienza sessuale, quasi inevitabile l’eiaculazione precoce.
Dato positivo: meno dell’1% arriva alla visita specialistica senza che i genitori siano informati. Dunque, i giovani sarebbero potenzialmente propensi a (in)formarsi ma non sono supportati da un’adeguata cultura in materia o da servizi dedicati: legalmente l’Italia si è arenata a 50 anni fa, a una proposta di legge sull’educazione sessuale presentata alla Camera dei Deputati nel 1975 e restata al palo. A oggi non esiste una legge che consenta all’educazione sessuale di entrare nelle scuole, diversamente da quanto accede nei Paesi nordici, quali la Svezia per esempio, dove l’approccio al tema della sessualità e alla salute intima comincia dai tre anni di età.
Così dovrebbe essere in Italia, instradando il bambino alla conoscenza del proprio corpo e dell’intimità in occasione dei Bilanci di Salute, così come dovrebbe essere reintrodotta la figura del medico scolastico, anch’esso attualmente abolito dall’istituzione. È infine raccomandata attenzione alla fimosi e al varicocele che, secondo una ricerca ASS.AI (Italian Andrological Association), riguardano rispettivamente il 37% e il 39% di ragazzi tra 15 e 22 anni, mentre in sensibile crescita nella popolazione maggiorenne, tra i 18 e i 35 anni, i problemi ai testicoli, come epididimiti, subtorsioni e testicoli mobili (31%), i tumori dell’organo (0,5%) e la curvatura congenita del pene (3%).
Le indicazioni per le ragazze
Seppure non esista un’età giusta, spesso dipendente dallo stato di salute in relazione alla comparsa del menarca, la prima visita ginecologica andrebbe effettuata intorno a 15-16 anni, epoca di inizio delle prime esperienze sessuali, o anche anticipata in funzione dell’attività sessuale o in presenza di dolori pelvici, mestruazioni abbondanti o irregolari, quali possibili campanelli di allarme meritevoli di indagine, ricordando che le adolescenti (lo stesso per il maschio), ancora minorenni, devono essere accompagnate alla visita da un genitore: spesso la mamma, con cui l’incontro con il ginecologo può trasformarsi in un’esperienza condivisa di femminilità.
Rispetto al maschio? Le giovani appaiono più informate, ma con ancora molti dubbi e incertezze sulla fisiologia, su cosa sia o non sia normale, sui giorni fertili, sulla contraccezione e il piacere sessuale. L’informazione fra le giovani, nell’era digitale, è favorita anche dalle influencer ginecologhe: un ‘ascolto’ che stimola al maggior rapporto di fiducia con il proprio medico; figure che sono una fonte di informazione migliore dei siti informativi istituzionali, spesso asettici, tecnici, poco ‘empatici’ e coinvolgenti per le giovani.
I problemi più ricorrenti? Le adolescenti si confrontano con il ginecologo soprattutto per il dolore mestruale e la sindrome premestruale, per le alterazioni del ritmo del ciclo e dei sintomi associati, quali acne, irsutismo, caduta dei capelli, fragilità ossea, fino al dolore sessuale, in particolare vulvodinia. Problematiche che in fase precoce possono essere gestite anche con farmaci di automedicazione, come antinfiammatori e analgesici per i sintomi del ciclo mestruale, prebiotici e probiotici per stabilizzare la flora batterica intestinale e vaginale, in caso di cistiti e vaginiti ricorrenti. In buona sostanza cosa devono sapere le adolescenti? Che la buona salute sessuale e la fertilità passano attraverso stili di vita salutari ed equilibri ormonali basati sulla capacità di contrastare lo stress eccessivo legato al nuovo ruolo della donna nella società che la sta attendendo.