Cura, ispirazione, evoluzione: i temi al centro della 27° edizione di Cosmofarma Exhibition uniscono il mondo dei farmacisti e dei pediatri

A ogni congresso o manifestazione è ormai tradizione abbinare un claim distintivo e originale. “Cura. Ispirazione. Evoluzione” è quello caratterizzante la 27° edizione di Cosmofarma Exhibition, che si svolgerà dal 19 al 21 aprile a Bologna Fiere, in concomitanza per un giorno con Exposanità (17-19 aprile).

L’interrogativo che si potrebbe profilare sin d’ora è il legame tra questo evento, notoriamente rivolto al comparto dei Farmacisti, e il mondo della Pediatria. In realtà, il claim poc’anzi citato racchiude in sé tre concetti che accomunano tutti i professionisti della salute: il prendersi cura, nel quale si riassume l’essenza dell’attività quotidiana; l’ispirazione, intesa come scintilla che può dare vita a nuove progettualità; infine l’evoluzione, interpretata alla stregua di dialogo e confronto mirati alla crescita personale e professionale.

In altre parole, in questa nuova edizione di un appuntamento annuale storicamente consolidato e fortemente innestato nel contesto sociosanitario nazionale, si ritrovano molteplici spunti che, oltre a essere condivisi da operatori differenti e sempre più interconnessi, sono anche suggestivi di bisogni emergenti e di cambiamenti dei paradigmi assistenziali. In particolare il tema centrale, sul quale oggi si deve strutturare una seria riflessione, è la necessità di coniugare competenze e nuove tecnologie in uno scenario dinamicamente caratterizzato da un’ampia eterogeneità di elementi, tra i quali si possono annoverare: trasformazioni demografiche, epidemiologiche e sociali; rapido insediamento e sviluppo di nuovi strumenti digitali; limitazioni e ostacoli imposti da vincoli per il contenimento della spesa; personalizzazione dei modelli di cura e, per aggiungere a questo elenco soltanto parziale ancora uno degli altri numerosi componenti, carenza di professionisti.

Una carenza che si traduce in una percettibile e gravosa pressione sul settore della salute, posto nella condizione di non riuscire a soddisfare la domanda dei cittadini. Inducono a riflettere alcuni dati italiani sorprendentemente favorevoli, emersi dall’indagine “Hopes and Fears Global Workforce”, condotta da PwC su circa 54.000 lavoratori di 46 Paesi: nella nostra realtà nazionale i professionisti della salute mantengono un alto livello di soddisfazione, rispetto alla media globale ritengono meno significativo l’impatto dell’intelligenza artificiale nei prossimi 5 anni e antepongono le soft skill (per esempio empatia, flessibilità, problem solving, gestione del tempo) alle competenze tecnologiche.

Da qui lo spunto a considerare il professionista della salute, prima ancora che un tecnico, un “esperto di umanità”, in grado di ascoltare e orientare il paziente facendo leva non soltanto sul proprio know how ma anche sulle proprie capacità comunicative e relazionali.