La Pediatria può essere definita come “la branca della medicina che si occupa della crescita e dello sviluppo dei minori, unitamente alla cura delle patologie di questa fascia di età” (G.R. Burgio, 2012). In questo concetto è implicito che la crescita somatica, neuro-psicologica e sociale siano le principali caratteristiche degli individui oggetto della Pediatria, dal loro concepimento al raggiungimento dell’età adulta.

I pediatri devono, quindi, essere in grado di intercettare e fornire una “care” di qualità a soggetti (neonati, bambini, adolescenti) in rapido cambiamento, che hanno caratteristiche e fabbisogni estremamente differenti sia in termini di fisiologia sia di eventuali patologie in rapporto all’età. Anche il linguaggio e il flusso della comunicazione del pediatra devono essere caratterizzati da un costante cambiamento, essendo totalmente indiretto (almeno quello verbale) nei primi anni di vita e prevalendo quello con i genitori, mentre dovrebbe essere sempre più diretto con il progredire dell’età e modulato sulle capacità neuro-intellettive del singolo bambino/adolescente.

Ma i cambiamenti in Pediatria non riguardano solo quelli neuro-somatici; ulteriori mutamenti sono conseguenti a nuovi bisogni, a nuovi progressi medici e chirurgici oltre che a nuove situazioni sociali.
Giorgio Perilongo nella sua intervista (pag. 6) fa il punto sulla rivoluzione tecnologica che ha modificato il mondo della medicina; ne sono derivati miglioramenti significativi, ma altresì nuove sfide per i professionisti anche dal punto di vista formativo.

L’inchiesta prende in esame una delicata nuova frontiera per la Pediatria: cioè quella legata alla preservazione della fertilità sia nella popolazione generale sia nei sopravvissuti – ad esempio – a gravi patologie oncologiche o in alcune sindromi genetiche (pag. 10), concludendo che “la preservazione della fertilità costituisce un capitolo in rapido divenire e impone al pediatra di famiglia uno sforzo sia per prendere conoscenza e consapevolezza di opportunità e servizi, sia per acquisire nuove competenze psico-relazionali”.

Per le novità in terapia, Angelo Ravelli propone un eccellente aggiornamento sulla terapia con le cellule CAR-T (Chimeric Antigen Receptor T-cells) nel trattamento delle malattie autoimmuni (pag. 42), mentre l’ECM di Gian Luigi Marseglia rappresenta un “gold standard” per la terapia dell’asma. Infine, rilevanti aggiornamenti su malformazioni del midollo spinale e pubarca prematuro sono rispettivamente di Flavio Giordano e Federico Baronio. Per gli aspetti sociali, prossimamente Maurizio Tucci farà il punto su come l’abitudine a “vivere i social pericolosamente” da età sempre più precoci possa avere importanti ricadute sulla salute dei minori.

Ma non solo i bambini e la Pediatria cambiano. A volte qualcosa si modifica anche nelle riviste: da questo numero l’editore de Il Pediatra diventa Edizioni PVI s.r.l., sempre nell’ambito del gruppo Tecniche Nuove. Sento, quindi, il dovere di ringraziare sinceramente Ivo Nardella, per il supporto, la fiducia e la libertà che in questi anni ha sempre accordato alla Redazione nella scelta della linea editoriale.

Ma sento anche il dovere di salutare e ringraziare Gabriele Lanzarotti per averci accolti con entusiasmo nella sua casa editrice. In questo iniziale periodo di intensi colloqui sul futuro della testata ho molto apprezzato l’impegno che ci unisce in questa nuova “joint-venture” e le sue capacità di individuare concrete linee di sviluppo e una chiara nonché lucida progettualità.

Ai lettori chiediamo – come sempre – un feedback per calibrare sempre più gli sforzi di tutta la Redazione e dell’Editore, in modo da offrire una Rivista di aggiornamento adeguata ai rapidi cambiamenti che intervengono nella pratica professionale.

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