Allarme per la salute respiratoria dei bambini per i nemici invisibili presenti nell’ambiente, anche nell’aria domestica, dallo smog alle microplastiche

Azioni coordinate per ridurre l’esposizione quotidiana, dentro e fuori casa, ai ‘nemici invisibili’ della salute respiratoria dei bambini, da proteggere informando le famiglie e promuovendo comportamenti più sicuri. A parlarne lanciando l’allarme e un appello perché si agisca è stata la Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI, affiliata alla Società Italiana di Pediatria), con l’occasione del Congresso nazionale.

“L’inquinamento, il cambiamento climatico, la presenza di sostanze tossiche come PFAS, ftalati, e microplastiche influiscono sullo sviluppo polmonare sin dai primi giorni di vita. I bambini sono particolarmente vulnerabili: hanno un sistema respiratorio in via di sviluppo, assorbono più inquinanti per chilo di peso corporeo, hanno una capacità limitata di termoregolazione e una maggiore sensibilità alle infezioni”, ha sottolineato Stefania La Grutta, presidente della SIMRI. “Inoltre, esplorano il mondo con la bocca e le mani, aumentando l’esposizione involontaria a sostanze nocive che si trovano nell’aria, nei giocattoli, nei tessuti o nei materiali domestici”.

L’aria che si respira è contaminata da particolato fine, ozono e biossido di azoto, e i cambiamenti climatici aggravano la situazione, soprattutto per i più piccoli con asma e allergie, con un aumento di esposizione a inquinanti atmosferici, pollini allergenici e condizioni meteorologiche estreme. “La conseguenza è un aumento di crisi respiratorie, infezioni, ospedalizzazioni. Ma non solo: caldo e inquinamento colpiscono anche il sistema nervoso centrale. Studi recenti dimostrano un incremento fino al 9,7% dei ricoveri psichiatrici durante le ondate di calore” ha detto Carla Ancona, Epidemiologa, Dipartimento di Epidemiologia, SSR Lazio, Roma, indicando possibili azioni: “Tuttavia, esistono strategie di mitigazione efficaci: le aree verdi urbane migliorano il benessere mentale, riducono l’inquinamento e abbassano le temperature”.

Dentro le mura domestiche

L’attenzione viene richiamata anche sull’aria respirata dentro casa , con l’impatto per esempio di fumo passivo, stufe, spray, vernici, muffe: “Spesso ci preoccupiamo dello smog, ma trascuriamo l’aria che respiriamo in casa. Trascorriamo il 90% del nostro tempo in ambienti chiusi, e i bambini ancora di più”, ha ricordato Giovanni Viegi, pneumologo ed epidemiologo, Istituti di Fisiologia Clinica, Pisa e di Farmacologia Traslazionale, Palermo, CNR, elencando la possibilità di intervenire: “Con semplici accorgimenti quotidiani possiamo ridurre i rischi: arieggiare, usare la cappa in cucina, evitare prodotti aggressivi per uso domestico. Sono piccole azioni che fanno una grande differenza, soprattutto per i bambini più fragili”.

“Spesso pensiamo che la salute respiratoria sia solo una questione genetica o medica, ma non è così. La qualità dell’aria che un bambino respira, il cibo che mangia, se fa attività fisica o se è esposto al fumo in casa… tutto questo incide in modo determinante già dai primi mesi di vita”. ha aggiunto Maria Elisa Di Cicco, Ricercatrice, U.O Pediatria, Università di Pisa, riportando l’attenzione anche sulle diverse possibilità di condizioni di vita: “Chi vive in una famiglia con risorse limitate ha più probabilità di abitare in zone inquinate, in case umide, con muffe o materiali tossici. Spesso ha meno accesso a cibo sano, a cure mediche, a informazioni corrette. E così le disuguaglianze si traducono in più asma, più infezioni, più ospedalizzazioni. Educazione, politiche pubbliche, sostegno ai genitori: tutto concorre a dare ai bambini la possibilità di respirare un’aria migliore e di crescere in salute”.

Nell’ambito degli inquinanti, vengono ricordati anche gli effetti delle microplastiche, su cui ha spiegato Giacomo Toffol, Pediatra di famiglia, ulss 2 Veneto. “Le micro- e nanoplastiche sono diventate una presenza silenziosa nelle nostre vite. Invisibili all’occhio, ma capaci di infiltrarsi ovunque: nell’acqua che beviamo, nell’aria che respiriamo, persino nel nostro stesso corpo. Queste particelle possono veicolare sostanze tossiche come ftalati, PFAS e metalli pesanti. Interferiscono con il sistema endocrino, aumentano il rischio di malattie infiammatorie e hanno effetti sulla funzione cognitiva e sul metabolismo. Per ridurre i rischi per la salute è indispensabile ridurre l’utilizzo delle sostanze plastiche, come suggeriscono con utili indicazioni pratiche le società scientifiche che hanno dato origine alla ‘Campagna nazionale di prevenzione dei rischi per la salute da esposizione alla plastica’ ”.

La SIMRI lancia dunque un appello: la richiesta di una ‘medicina ambientale’ che non curi solo i sintomi, ma che riconosca e prevenga le cause profonde delle malattie respiratorie, che metta al centro non solo il bambino, ma il contesto in cui vive (casa, scuola, quartiere, aria che respira). Un impegno della SIMRI, che ribadisce come la tutela della salute respiratoria dei bambini sia una responsabilità collettiva, perché “i bambini sono tra i soggetti più esposti agli effetti dell’inquinamento e del cambiamento climatico, ma sono anche quelli che hanno più da guadagnare da un’azione immediata e concreta”.