Risultati preliminari di un’indagine nazionale di SIMEUP con SIP e SIPO: permane un’ingiusta diseguaglianza tra i bambini del Nord e quelli del Sud

Molti traguardi del percorso indicato 6 anni fa dall’Accordo Stato Regioni (n. 248 del 2017) che, scrive la Società Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza Pediatrica (SIMEUP), avrebbe dovuto aprire la strada al potenziamento dell’emergenza urgenza-pediatrica, e da quello del 1° agosto 2019, che avrebbe dovuto ridisegnare l’organizzazione dei Pronto Soccorsi e delle Osservazioni Brevi pediatriche, non sono stati raggiunti. C’è ancora molta eterogeneità tra Regioni nell’adozione delle nuove misure, con una diseguaglianza ingiusta tra i bambini del Nord e quelli del Sud nell’assistenza in emergenza-urgenza.

La segnalazione arriva dai risultati preliminari della prima indagine nazionale sull’emergenza-urgenza pediatrica in Italia, condotta da SIMEUP in collaborazione con Società Italiana di Pediatria (SIP) e Società Italiana di Pediatria Ospedaliera (SIPO), che ha coinvolto 252 ospedali di 16 regioni (deve essere completata in Piemonte, Lombardia, Sicilia e PP.AA. di Bolzano e Trento).

“La qualità delle cure erogate in Pronto Soccorso e in taluni casi persino la sopravvivenza di un bambino che vi accede in condizioni critiche non può dipendere dal luogo in cui si ha la fortuna o la sfortuna di nascere. Tutti i minori da 0 a 18 anni hanno il diritto ad essere curati da medici formati per l’emergenza-urgenza pediatrica, in condizioni di sicurezza e di eguaglianza su tutto il territorio nazionale”, afferma Stefania Zampogna, Presidente SIMEUP.

Viene riportato che: al Sud e nelle Isole sono disapplicate le linee di indirizzo sul triage ospedaliero che 4 anni fa avevano previsto il passaggio da 4 a 5 colori e spazi per bambini separati da quelli degli adulti; solo il 35% degli ospedali al Sud ha attivato le Osservazioni Brevi Pediatriche (in cui il bambino rimane in osservazione per breve tempo senza necessità di ricovero); il Mezzogiorno rimane penalizzato per presenza di posti letto in Terapia Intensiva Pediatrica; solo il 20% dei Pronto Soccorso Pediatrici e dei reparti di Pediatria accoglie ragazzi sino a 18 anni, mentre in molti casi dopo i 14 anni sono con gli adulti.

Inoltre, è sottolineata l’importanza della valorizzazione e gratificazione del pediatra di emergenza-urgenza, la sua formazione e le sue peculiarità specialistiche: “Oggi purtroppo assistiamo su tutto il territorio nazionale alla fuga dei medici dai Pronto Soccorso. Basta pensare che all’ultimo concorso di Specializzazione sono stati assegnati un quarto dei posti banditi”, dice ancora Stefania Zampogna, e conclude: “Turni massacranti, stipendi inferiori rispetto a quelli dei colleghi europei, maggiore attrattività del territorio sono le cause di questa ‘crisi di vocazione’ A cui si aggiunge il fenomeno delle aggressioni indiscutibilmente in crescita dopo il Covid e che vede proprio i medici dei Pronto Soccorso i più esposti, bersaglio del disagio e dell’insoddisfazione più facile da colpire”.