Nuovi strumenti per la gestione del diabete

2011

Strumenti per la somministrazione dell’insulina

L’introduzione nei primi anni ‘90 dello stiloiniettore, più noto come “penna”, per la somministrazione dell’insulina, in sostituzione della normale siringa, ha migliorato l’aderenza terapeutica, soprattutto in età evolutiva. L’uso delle siringhe infatti non consentiva precisione nella somministrazione dell’insulina, soprattutto nei casi in cui le dosi da iniettare fossero molto piccole. Lo stiloiniettore contiene al suo interno una cartuccia d’insulina sostituibile; a una delle due estremità possiede una ghiera per programmare le UI di ormone da somministrare, visualizzate su un’apposita finestrella. Sull’altra estremità viene avvitato l’ago monouso, di piccolo calibro, con lunghezza compresa tra 4-8 mm. Da sottolineare che, contrariamente alle precedenti formulazioni dell’insulina, quella utilizzata per gli stiloiniettori è stabilizzata, consentendo di conservare la penna a temperatura ambiente per 28 giorni, senza perdita di attività biologica. Più recentemente sono stati messi in commercio stiloiniettori “usa e getta” pre-riempiti con le varie insuline.

Il microinfusore. Una valida alternativa alla terapia multiniettiva (MDI) con la penna è rappresentatata dall’infusione continua sottocutanea di insulina (CSII) con il microinfusore. Si tratta di una pompa programmabile che permette di somministrare l’insulina basale continuamente nelle 24 ore. Prima di ogni pasto, il paziente stesso programma il bolo d’insulina che il microinfusore deve erogare per metabolizzarlo. Il microinfusore possiede un serbatoio per insulina (solo ultrarapida o regolare) con capacità massima di 180 o 315 UI. L’insulina raggiunge il sottocute passando attraverso un catetere in teflon di varia lunghezza e un’agocannula, applicata nella sede d’infusione (di solito addome, glutei) utilizzando speciali insertori che minimizzano la sensazione dolorosa al momento dell’inserimento. Il vantaggio dell’uso del microinfusore, rispetto alla terapia multi-iniettiva, è il minor numero d’iniezioni (il set di infusione si sostituisce ogni 2-3 giorni), un’insulinizzazione basale maggiormente personalizzabile e la possibilità di utilizzare alcune funzioni avanzate come il bolo a onda quadra, con cui l’insulina è distribuita in un intervallo di tempo maggiore (si usa di solito per pasti molto prolungati e ricchi in lipidi), e il bolo a onda doppia, che consente di infondere l’insulina in due boli di diversa durata e ampiezza (di solito indicato per pasti con una quota lipidica elevata, in aggiunta ai carboidrati). È utile ricordare che è possibile impostare velocità basali temporanee, che trovano indicazione nella gestione di cambiamenti, limitati nel tempo, nell’usuale stile di vita del paziente, ad esempio in corso d’ipoglicemia, esercizio fisico o durante una malattia intercorrente. In questa modalità di funzionamento, il microinfusore eroga l’insulina basale secondo la percentuale e per il tempo programmati dal paziente. Al termine, il microinfusore riprenderà automaticamente la normale erogazione. Le indicazioni all’uso del microinfusore sono rappresentate da:

■ ipoglicemie ricorrenti;

■ marcata instabilità glicemica;

■ fabbisogno insulinico estremamente ridotto (es. diabete neonatale);

■ fenomeno alba (elevazione della glicemia nelle prime ore del mattino, non gestibile con l’insulina somministrata prima di coricarsi);

■ agofobia.

Un prerequisito per indossare il microinfusore è la motivazione della persona con DM e/o della sua famiglia a utilizzarlo e la consapevolezza della necessità di un accurato autocontrollo. Gli studi di metanalisi eseguiti fi no al 2010 sostenevano che la terapia con microinfusore determinasse una significativa riduzione della HbA1c e delle ipoglicemie severe; risultati più recenti sembrano indicare che CSII e terapia multi-iniettiva sono paragonabili.