Steatosi epatica non alcolica: una sfida per i pediatri

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Male liver anatomy with digestive organsLa steatosi epatica non alcolica (NAFLD) rappresenta la manifestazione epatica caratteristica della sindrome metabolica e va oggi considerata come la forma più comune di malattia cronica epatica nella popolazione infantile. Lo sviluppo della NAFLD è dovuto a molteplici fattori che hanno contribuito all’instaurarsi di questa patologia, fra questi la razza e l’etnia, alcuni determinanti genetici, gli effetti delle esposizioni ambientali e le alterazioni del microbioma intestinale. Il quadro istologico del NAFLD varia dalla semplice steatosi alla più aggressiva steatoepatite non alcolica (NASH). Nel corso dell’infanzia, la NAFLD può dar luogo allo sviluppo di fibrosi e anche di cirrosi epatica. La diagnosi della forma avanzata di NAFLD è impegnativa e può richiedere il ricorso alla biopsia epatica, il che evidenza l’urgente necessità di definire nuovi biomarcatori che permettano di stadiare in maniera affidabile la gravità della malattia senza ricorrere a procedure invasive. Il cardine del trattamento del NAFLD si basa sulle modifiche allo stile di vita e sulla perdita di peso. L’uso di probiotici e di acidi grassi polinsaturi omega-3 può migliorare la progressione della malattia, mentre i dati più recenti hanno suggerito che la vitamina E potrebbe essere considerata come una terapia specifica per la NASH in età pediatrica. Sono comunque in corso numerosi studi atti a valutare i differenti target terapeutici per la NAFLD. Un lavoro pubblicato su JAMA Pediatrics presenta una revisione aggiornata dei fattori di rischio, delle modalità di diagnosi e trattamento di questa emergente e sempre più comune malattia dell’età pediatrica.

Nobili V, Alkhouri N, Alisi A, et al. JAMA Pediatr. 2015 Feb; 169(2): 170-6.