Tubercolosi e forme resistenti: i piani per contrastarle

Mycobacterium%20tuberculosisTubercolosi multiresistente. Il tema è stato uno degli argomenti che ha trovato spazio a febbraio nel 1° Congresso internazionale dell’Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici (WAidid, World Association for Infectious Diseases and immunological disorders) e il controllo delle forme multiresistenti rappresenta un obiettivo specifico del nuovo Piano di azione della Regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per i prossimi anni, il “Tuberculosis Action Plan for the WHO European Region 2016-2020”. Secondo i dati dell’OMS nel mondo nel 2014 ci sono stati 9,6 milioni di casi di tubercolosi e 1,5 milioni di morti ed è stato stimato che fra i bambini siano un milione quelli che si sono ammalati e 140.000 i morti. Considerando i casi multiresistenti, sempre nel 2014 sarebbero state 480.000 le persone con queste forme di tubercolosi. Finito il periodo coperto dal “Global Plan to Stop TB 2006-2015”, l’OMS ha prodotto la “Post-2015 Global TB Strategy”, che è stata approvata a maggio del 2014 nel corso dell’Assemblea mondiale della sanità. La Regione europea dell’OMS nel 2015, anno di termine del “Consolidated Action Plan to Prevent and Combat Multidrug- and Extensively Drug-Resistant Tuberculosis in the WHO European Region 2011–2015”, per continuare a migliorare la situazione ha sviluppato un nuovo piano, il “Tuberculosis action plan for the WHO European Region 2016–2020”. Infatti se ci sono stati miglioramenti, si legge nell’introduzione al nuovo piano, restano sfide chiave da affrontare; per esempio meno della metà dei casi multiresistenti è trattata con successo, la tubercolosi è una delle cause principali di morte fra le persone che vivono con l’HIV e la prevalenza di quest’ultimo fra i pazienti con tubercolosi è passata dal 2008 al 2013 dal 3,4% al 7,8% nel 2013. Il nuovo piano si pone tre risultati precisi da raggiungere entro il 2020: la riduzione del 35% delle morti per tubercolosi, la riduzione del 25 per cento del tasso d’incidenza e il raggiungimento del 75 per cento del tasso di successo nel trattamento dei pazienti con forme multiresistenti. Sono tre anche gli ambiti di intervento evidenziate, che coprono la prevenzione e cura centrate sul paziente, le politiche e i sistemi di supporto e la ricerca e innovazione.