Oltre l’80% degli under 18 utilizza dispositivi elettronici per il controllo della glicemia, tema discusso insieme con vaccinazione anti-Covid e percorsi formativi per psicologi e insegnanti nel Theras Day

Sono oltre 17.000 su 22.000 ragazzi con diabete di tipo 1 che controllano i livelli di glicemia sul monitor, quasi 8 su 10, e fra questi sono in molti ad aver scelto un microinfusore per l’erogazione di insulina. I dati sono stati presentati dal Gruppo di Studio Diabete SIEDP (Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica) in occasione del Theras Day (Technologies embrace all dimensions of pediatric diabetesper), incontro in cui diabetologi e pediatri si sono confrontati sui percorsi di gestione del diabete pediatrico con la tecnologia.

“Si tratta di una scelta tecnologica davvero irrinunciabile e mi conforta molto che sia così cresciuto, negli ultimi anni, il numero dei giovani che non devono più ricorrere alle continue punture al dito per le misurazioni della glicemia e alle iniezioni di insulina”, ha detto Riccardo Schiaffini, diabetologo pediatra al Bambin Gesù e coordinatore nazionale del Gruppo di Studio Diabete SIEDP. “La risposta così positiva tra i giovani è sicuramente dovuta a molteplici fattori quali la facilità di utilizzo di questi recentissimi sistemi così intelligenti, la vestibilità e la praticità del patch senza tubicini, oltre al livello di affidabilità e precisione che sostituisce quello manuale, garantendo una tranquillità anche alle famiglie. Per non parlare del fatto che in questo modo hanno superato il fastidio e/o il dolore di continue punture di aghi”.

Durante le giornate di incontro ha trovato spazio anche il tema della vaccinazione contro SARS-CoV-2 nei ragazzi con più di 12 anni e diabete di tipo 1. Racconta Dario Iafusco, responsabile del Centro Regionale di Diabetologia Pediatrica “G. Stoppoloni”, Azienda Universitaria della Campania Luigi Vanvitelli: “I bambini con diabete di tipo1 hanno un’ottima immunizzazione dopo il vaccino e gli anticorpi rimangono alti. Il loro sistema immunitario se da un lato porta alla distruzione delle cellule beta che producono l’insulina, si è dimostrato iperattivo nei confronti dei virus. Tuttavia, è importante notare che, a seguito della pandemia e al timore di rivolgersi alle strutture ospedaliere, talvolta si sottovaluta l’insorgere dei primi sintomi (per esempio, repentino dimagrimento, molta sete, molte urine, alito acetonemico) e arrivano bambini in coma alla diagnosi”.

Dario Iafusco ha sottolineato anche il ruolo importante del lavoro con psicologi e docenti, per accompagnare bambini e ragazzi ad accettare e gestire la malattia, con una formazione che è proseguita anche nel corso dei mesi segnati dalla pandemia: “E’ estremamente delicato e importante rassicurare una famiglia alle prese con una condizione che durerà per sempre e offrire tutte le attenzioni necessarie per poter gestire la patologia”, ha spiegato. “Ecco perché stiamo sostenendo il prezioso lavoro degli psicologi e di tutte quelle figure che ruotano intorno ai bambini e agli adolescenti. Durante la pandemia siamo riusciti infatti a coinvolgere molti insegnanti, psicologi e genitori grazie ai corsi online. È stata sorprendente la risposta del lavoro di squadra per contribuire a ‘normalizzare’ un problema come quello del diabete”.

I sistemi tecnologici in aiuto dei giovani pazienti con diabete di tipo 1 permettono un monitoraggio della glicemia (ogni 5 minuti) e l’erogazione dell’insulina: “La certezza del dato e la sicurezza a interventi terapeutici precisi hanno reso sia il misuratore in continuo della glicemia e sia l’infusore di insulina (Dexcom G6 e Omnipod) due successi tecnologici fondamentali per migliorare lo stile di vita dei pazienti e garantire la tranquillità di tutta la famiglia” ha concluso Carlo Pisani, direttore commerciale di Theras.
“Chi ha il diabete oggi può avere una vita normale, fatta di sport, di gioco e di socialità piena”, ha aggiunto Federico Ferrari, Chief Operating Officer di Theras. “Senza dimenticare che l’innovazione può chiamarsi tale solo se sa essere anche sostenibile per permettere al maggior numero di pazienti che ne necessitano di beneficiarne”.