Al Meyer a Firenze eseguito un intervento all’avanguardia in una bambina con patologia oncologica prima della chemioterapia

Sottoporsi al trattamento chemioterapico ma poter preservare la fertilità. Al centro di Oncologia pediatrica dell’ospedale Meyer di Firenze è stato eseguito un intervento per la crioconservazione del tessuto ovarico in una bambina con tumore.

Prima di iniziare il trattamento chemioterapico, alla piccola paziente è stato asportato il tessuto ovarico, che sarà crioconservato per poter essere reimpiantato quando sarà possibile. Si tratta di una procedura particolare per la tecnica che è stata applicata, in quanto la bambina è in età prepuberale e non ha ancora avuto il menarca. In questo caso viene quindi eseguita una ovariectomia totale o parziale con intervento mini-invasivo per via laparoscopica, per proteggere i follicoli ovarici dalla chemioterapia cui deve essere sottoposta. Il tessuto ovarico asportato viene poi crioconservato fino al momento del reimpianto (trasposizione ovarica).

Questa tecnica appare molto promettente, con possibilità di successo per preservare la fertilità in età evolutiva dal 20 al 100%. In accordo con i genitori della piccola, è stato avviato un percorso multispecialistico con la collaborazione tra la Ginecologia pediatrica del Meyer, il centro Oncologico pediatrico dell’ospedale, la Chirurgia pediatrica del Meyer e il Centro Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) di Careggi.

“Il Meyer si pone tra i pochi centri di eccellenza in Italia che hanno le professionalità che permettono di praticare questa metodica: speriamo che questo sia solo l’inizio di un percorso applicabile a tutte le altre bambine che ne avranno bisogno. Grazie a questa procedura, ben riuscita per la collaborazione di più professionisti, in futuro la bambina avrà la possibilità di pensare a una gravidanza, qualora lo desiderasse”, afferma Erica Bencini, della Ginecologia pediatrica del Meyer, che conclude: “Inoltre la sua funzionalità ormonale verrà preservata: questo significa tendere lo sguardo in avanti, alla qualità di vita complessiva delle bambine con patologie oncologiche”.