Frequentemente tristi, spesso senza motivo, soggetti a sbalzi di umore, pervasi da ansia e timore. Sono le sensazioni dichiarate dai giovani passati dall’esperienza della pandemia. Lockdown, mancanza di socialità, lutti, contiguità con adolescenti autori di atti di autolesionismo hanno impattato sulla salute mentale di ragazzi e adolescenti, aumentando i numeri e l’intensità del disagio psichico. Lo attesta l’indagine sociologica nazionale “Adolescenza, tra speranze e timori”, realizzata da Laboratorio Adolescenza insieme a ISTITUTO IARD e presentati, insieme a Lundbeck Italia, in previsione del World Mental Health Day del prossimo 10 ottobre.

L’indagine

Oltre 5700 studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, campione rappresentativo degli adolescenti italiani tra 13 e19 anni, sono stati i protagonisti di una indagine sociologica volta a valutare la presenza di alcuni stati emotivi – tristezza, instabilità di umore, ansia – pre-esistenti, intervenuti o variati nel corso della pandemia, accertare la prossimità con giovani con eventuali esperienze di autolesionismo, consumo di sostanze e abuso di alcol; verificare la percezione degli adolescenti nei confronti di problemi psicologici e/o-psichiatrici. «Gli esiti dell’indagine – commenta Maurizio Tucci, Presidente Laboratorio Adolescenza – consegnano un quadro non confortante, con un aumento rispetto al passato di ansia e tristezza tra gli adolescenti e una frequenza ben oltre la naturale presenza di questi fenomeni in un’età complessa. Seppure nella maggioranza dei casi queste forme di disagio sono destinate a rientrare senza importanti conseguenze, è bene non minimizzarle a priori come caratteristiche dell’età. Genitori, pediatri e insegnanti dovrebbero essere attente sentinelle per cogliere prima possibile eventuali segnali di disagio, con la consapevolezza che gli adolescenti sono spesso bravissimi a dissimularli, ed indirizzarli se necessario allo specialista».

I risultati

Giovani e adolescenti fragili e vulnerabili sono il “fil rouge” restituito dalla pandemia, complice la straordinarietà di eventi vissuti in una età ancora immatura. Oltre la maggioranza afferma di sentirsi frequentemente triste, senza ragione; il 40% riferisce frequenti e immotivati sbalzi di umore, una percentuale ancora superiore dichiara di essere, spesso o qualche volta agitato, particolarmente ansioso o impaurito al punto di avere la percezione di non riuscire a respirare. I tassi i aumentano passando dalle scuole medie a quelle superiori, a maggior danno delle ragazze che riportano sensazioni e forme di disagio in oltre l’80% dei casi. Inoltre, 44% di adolescenti (57% di ragazze) afferma l’aumento di tristezza, ansia e sbalzi di umore con la pandemia, nel 15% dei casi più altalenanti rispetto al passato. Gli adolescenti non sono estranei a situazioni di disagio: quasi il 40% conosce un coetaneo che pratica l’autolesionismo, più diffuso tra le ragazze, l’80% ha amici che più o meno frequentemente si ubriacano. Infine, riguardo la percezione nei confronti di problemi di tipo psicologico- psichiatrici, solo una minoranza li considerare secondo stigmatici cliché, cioè che possano colpire solo le persone deboli o che ne soffrano di più le ragazze o ancora che siano meno gravi dei problemi fisici. La maggioranza assoluta (58%) ritiene che di fronte a questo tipo di disturbi la soluzione sia affidarsi a uno specialista e non a rimedi “fai da te” o rivolgersi a familiari o amici.

La voce degli esperti

«L’adolescenza è una fase della vita – dichiara Stefano Vicari, Professore Ordinario di Neuropsichiatria Infantile, presso Università Cattolica di Roma e Responsabile Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – in cui i ragazzi potrebbero non sentirsi liberi di esprimere il proprio disagio per paura del pregiudizio dei coetanei o di non essere compresi dagli adulti. I genitori e tutte le figure che vivono a contatto con un adolescente devono sviluppare la capacità di ascolto e di comprensione. Ad oggi in Italia c’è una scarsa cultura sulla Salute Mentale, mentre occorre dare tempo alle famiglie di occuparsi dei figli, mettere i ragazzi al centro delle nostre agende e dare agli insegnanti gli strumenti per essere di supporto». La salute mentale, dunque, quale priorità dei governi e della società in generale, al fine di favorire la sempre maggiore integrazione delle persone con patologie mentali, contrastando stigma e pregiudizi, ancora troppo forti.