L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, insieme al MIT di Boston, ha messo a punto una procedura per individuare i casi in cui è possibile sospendere la terapia antiretrovirale

Una procedura che permette di caratterizzare la carica virale residua e la risposta immunitaria protettiva associata, per individuare i bambini con HIV in cui il residuo virale è dormiente e quelli in cui, se non adeguatamente trattato, comporta un rischio di recidiva. A segnalare la scoperta l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, e i risultati verranno presentati alla Conference on Retroviruses and Opportunistic Infection, a febbraio del prossimo anno.

L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù segue circa 100 bambini e ragazzi con infezione da HIV, quasi tutti con infezione verticale. La carica virale residua rappresenta la quantità di virus che rimane in alcune cellule (CD4) presenti sui linfociti T delle persone con infezione da HIV e la sua presenza richiede l’assunzione di una terapia antiretrovirale per tutta la vita, riporta l’Ospedale. Nei casi di infezione verticale di bambini che hanno ereditato il virus dalla mamma e iniziato la terapia antiretrovirale precocemente la quantità di residuo è ridotta, ma per capire le possibilità di cura è necessaria caratterizzazione cellulare del residuo, per effettuare la quale ci vuole una quantità di sangue notevole, condizione difficile nei bimbi.

Ecco quindi che il lavoro dei ricercatori delle aree di Immunologia Clinica e Vaccinologia diretta da Paolo Palma e di Infezioni Complesse e Perinatali di Stefania Bernardi, in collaborazione con l’unità di Aferesi di Giovanna Leone della Medicina Trasfusionale del Bambino Gesù ha portato allo studio e all’applicazione della leucoaferesi, prelevando solo i globuli bianchi e reimmentendo in circolo il resto del sangue: una procedura che si è dimostrata sicura ed efficace (con una resa cellulare fino a 250.000 volte maggiore a confronto delle tecniche di prelievo tradizionali).

In collaborazione con il laboratorio di Mathias Lichterfeld del MIT di Boston, medici e ricercatori dell’Ospedale Bambino Gesù hanno potuto effettuare una nuova caratterizzazione molecolare della riserva virale a partire dal materiale cellulare ricavato attraverso la leucoaferesi, individuando nei bambini se la riserva fosse dormiente oppure no.

“Grazie ai risultati ottenuti dai due studi condotti dal Bambino Gesù è ora possibile determinare le caratteristiche della riserva virale dei bambini con infezione verticale da HIV, individuando se il virus ancora presente nelle loro cellule abbia o meno la capacità di replicarsi, cioè se sia dormiente o attivo. Nei bambini in cui tale riserva si rivela completamente dormiente, sarà possibile procedere alla sospensione terapeutica nell’ambito di uno studio sperimentale controllato. Un traguardo inseguito da anni da medici e ricercatori che si occupano di HIV”, ha affermato Paolo Palma.

Al via il prossimo anno presso il Bambino Gesù una sperimentazione (già approvata dal Comitato Etico) che permetterà per la prima volta la sospensione terapeutica nei casi la cui analisi del residuo virale riveli solo la presenza di virus dormiente.