Presentati i dati dell’indagine effettuata da MOIGE in collaborazione con l’Istituto Piepoli su come si relaziono i minorenni con il web e i device

Sono aumentati del 10% gli episodi di bullismo (passando dal 44% del 2020 al 54%) e dell’8% quelli di cyberbullismo (dal 23% al 31%) nei confronti di bambini, bambine, ragazzi, ragazze di minore età. I numeri provengono dall’indagine “Tra digitale e cyber risk: rischi e opportunità del web”, che è stata realizzata dal MOIGE (Movimento Italiano Genitori) in collaborazione con l’Istituto Piepoli. Il lavoro, con l’obiettivo di analizzare il rapporto con il web e con i diversi device, ha intervistato oltre 1.300 soggetti dai 6 ai 18 anni di età. Sono numerosi i dati presentati che offrono un quadro dell’utilizzo della rete e dei rischi connessi a una consapevolezza non sempre adeguata.

Alcuni fra i dati presentati

In generale, è emerso che il 22% dei minorenni è connesso più di 5 ore ogni giorno e il 63% si collega a internet senza una supervisione. Tornando sul tema bullismo e cyberbullismo, sono maggiormente interessati come vittime i ragazzi rispetto alle ragazze (57% versus 50% nella vita reale, 32% versus 29% in quella virtuale); sono riferite offese sia verbali (42%), sia fisiche (26%) sia psicologiche (26%); come cyberbullismo viene riportato un 14% di scherzi o telefonate mute, 11% di insulti con messaggi istantanei, 10% con SMS, 3% con foto o video, e il 2% ha ricevuto minacce.

Circa un minorenne su tre (34%) ha riferito di conoscere qualcuno vittima di prepotenze e uno su 10 ha preso parte a prepotenze, mentre il 6% ha usato foto o video per offendere. Inoltre, oltre la metà prende abitualmente in giro uno o più amici (ma dice che sanno che lo fa per scherzare). E se uno su due è ben consapevole dei reati che commette con tali azioni su internet o sul cellulare, uno su quattro circa non sa nulla della gravità del reato. Fra i temi affrontati, dal confronto con il 2020 emerge anche una riduzione importante alla domanda di come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni: il 34% dice “aiutano la vittima” (contro il 44% del 2020), mentre appare migliorata la percentuale di insegnanti che intervengono (46% versus 40%), anche se il 7% dice che i docenti, pur consapevoli, non agiscono.

Comportamenti a rischio

Fra i dati segnalati come preoccupanti, anche le percentuali di chi accetta spesso o sempre amicizie da estranei (30%), di chi ha fornito il suo numero di cellulare a estranei conosciuti online (15%) e di chi ci ha scambiato foto personali (6%). Quest’anno viene anche riportato il dato di Onlyfans: il 3% dichiara di avere un account personale nonostante sia vietata l’iscrizione ai minori di 18 anni, una percentuale analoga viene rilevata nella fascia d’età 11-14 anni, e l’1% degli intervistati ha condiviso online materiali.

MOIGE, con Polizia di Stato, Anci (Associazione nazionale comuni italiani), Un nodo blu del Ministero dell’Istruzione, CONI e Fondazione Cariplo, nel 2023 porterà nelle scuole la campagna “Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale”, per aumentare la consapevolezza in merito ai rischi di internet, responsabilizzare, e stimolare docenti e genitori ad avere un ruolo di guida e controllo più attivo.

“Come genitori siamo preoccupati perché i dati dell’indagine, confermano il vissuto quotidiano delle mamme e dei papà, in merito alle preoccupazioni dell’uso della rete. Purtroppo, i social fanno presa sui nostri figli nel delicato periodo dell’adolescenza offrendo accanto a momenti di condivisione anche sempre più spesso situazioni di disagio e pericolo, con inadeguati strumenti di tutela”, dice Antonio Affinita direttore generale MOIGE, e aggiunge: “Con il nostro progetto Giovani ambasciatori puntiamo come primi educatori a fare rete con le agenzie educative come le scuole, le associazioni sportive, ed il mondo del volontariato, per fare fronte a questa emergenza sociale dei minori che sentiamo tutti nostri figli”.