A Milano si è tenuto il Convegno scientifico “Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2023-2025: scienza e discernimento, per non ripetere errori passati”

Si è svolto il 3 maggio a Milano il Convegno scientifico “Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2023-2025: scienza e discernimento, per non ripetere errori passati”, dove è stata ribadita l’importanza e urgenza di un dibattito aperto e trasparente sul tema.

Il convegno, un Seminario scientifico aperto alla stampa, è stato organizzato dalla Commissione Medico Scientifica indipendente (CMSi), che nel comunicato stampa al termine dell’evento sottolinea i diversi aspetti del tema, a partire dall’approvazione imminente del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2023-2025. Viene sottolineato come tale argomento stia passando sotto silenzio nonostante la sua importanza, trattandosi di trattamenti sanitari che coinvolgono tutti gli individui, “ben 10 dei quali obbligatori per i bambini, che non possono accedere alle scuole dell’infanzia se non in regola con il calendario vaccinale (n. 119/2017, GU Serie Generale n.182 del 05-08-2017)”, dice il comunicato, che riporta anche che “L’approvazione del nuovo PNPV sta procedendo ancora una volta senza confronto e dibattito con posizioni scientifiche critiche e senza che siano stati messi a disposizione i dati richiesti dalla legge Lorenzin, per decidere in base a prove epidemiologiche e di sicurezza aggiornate rilevate sui territori”.

Questo il contesto che ha visto l’organizzazione dell’incontro da parte della CMSi. “È in dirittura d’arrivo l’approvazione del PNPV, che prevede, tra vaccinazioni obbligatorie e raccomandate, 50-60 inoculazioni per tutti nell’arco della vita, oltre alle vaccinazioni Covid-19 (in EMA, FDA e Casa Bianca si parla di 1 all’anno) e tante altre ancora in sviluppo…”, ha detto Alberto Donzelli, specialista in Igiene e Medicina Preventiva e membro della CMSi. “Occorre discuterne, nel merito e nel metodo, in base alle prove disponibili e alla Costituzione”.

Il comunicato riporta le segnalazioni inviate a Governo, Parlamentari e Consiglieri Regionali nel Comunicato n. 7 della CMSi (aprile 2023): “Rischi emergenti con vaccinazioni antinfluenzali non mirate; Rischi emergenti con diverse vaccinazioni ripetute dalla mezza età; Grave sottostima delle reazioni avverse, sia dei vaccini Covid-19, sia di quelli tradizionali nel confronto dei dati da sorveglianza passiva con gli esempi istituzionali e pubblicati di sorveglianza attiva; Contrasto tra parte degli obblighi vaccinali tuttora vigenti e la Costituzione; Richiesta di astenersi da strumenti di ‘formazione’ di massa molto discutibili”, ed che erano anche state rinnovate alcune proposte ai decisori.

Diversi fattori da valutare

“Il rapporto rischio-beneficio è il parametro di riferimento fondamentale per le strategie vaccinali, che idealmente devono essere diverse da malattia a malattia e valutare fattori, come per esempio: la gravità della malattia considerata, la sua incidenza nelle aree geografiche, le tendenze epidemiologiche, efficacia del vaccino e durata dell’immunizzazione, la capacità o meno di sviluppare l’immunità di gruppo, i risultati della farmacovigilanza e la sua efficienza”, ha affermato Paolo Bellavite, specialista in ematologia (Verona). “Tra l’altro oggi purtroppo la vigilanza sui vaccini si svolge quasi esclusivamente con la modalità ‘spontanea’, che sottostima di centinaia di volte gli eventi avversi. Solo questo approccio pragmatico è coerente con la ‘medicina basata sulle prove di efficacia’ (Evidence-Based Medicine, EBM), già prevista per registrare e immettere in commercio comuni farmaci e per compiere scelte terapeutiche e di prevenzione appropriate”.

Sul tema dell’immunità di gregge, ha detto Eugenio Serravalle, specialista in Pediatria e membro della CMSi: “Si è affermato che valori inferiori al 95% di copertura causeranno il ritorno di malattie ormai scomparse, ma la letteratura scientifica ha da tempo stabilito che il valore del 95% riguarda solo poche malattie vaccinabili, per le altre la soglia – che ha comunque un valore empirico – è di molto inferiore (Vaccines. Ed. Plotkin, Orenstein, and Offit, 2013 Elsevier). Per altre, come per esempio il tetano, non si può neanche stabilire, trattandosi di malattia non trasmissibile”, mentre sulla legittimità costituzionale degli obblighi è intervenuto Carlo Iannello, Professore Associato di Istituzioni di Diritto Pubblico e costituzionalista: “La recente Sentenza della Consulta ha di fatto riconfermato il requisito a) per la legittimità costituzionale di una legge sull’obbligo, che stabilisce la condizione per cui ‘il trattamento sia diretto… anche a preservare lo stato di salute degli altri’”, protezione degli altri, si sofferma il comunicato, esclusa per parte di vaccinazioni “che possono dare protezione individuale, ma non ‘comunitaria/di gregge’ ”.

“La CMSi”, riporta ancora il comunicato della commissione, “chiede con forza un confronto tra medici, decisori politici, giuristi, bioeticisti e cittadini su una proposta di Piano Vaccinale che ha enormi ricadute sull’intera comunità e di cui c’è poca consapevolezza: occorre una discussione scientifica pubblica e trasparente”.

La Commissione Medico Scientifica indipendente (CMSi) è nata dopo 20 mesi dall’inizio della pandemia da Covid-19 e dopo che, in questo periodo di tempo, sono state prese decisioni ad altissimo impatto sanitario e sociale, in sostanziale assenza di un reale e aperto dibattito sui loro fondamenti scientifici. Attualmente la CMSi è composta da: dott. Alberto Donzelli, prof. Marco Cosentino, prof. Giovanni Frajese, dott.ssa Patrizia Gentilini, dott. Eugenio Serravalle, dott. Eduardo Missoni, dott. Sandro Sanvenero, dott. Panagis Polykretis.