La Società Italiana di Neonatologia, ricordando l’importanza del latte materno per il neonato, sottolinea il ruolo significativo della figura paterna
L’importanza del papà, ‘coprotagonista’ nell’allattamento materno, svolgendo un ruolo significativo nell’avvio e mantenimento dello stesso. La figura paterna si aggiunge alla diade mamma-neonato facendola diventare triade: madre-padre-neonato. A parlarne, con l’occasione della Settimana Mondiale per l’Allattamento Materno (SAM) (in Italia dall’1 al 7 ottobre) è la Società Italiana di Neonatologia (SIN), che insieme a un approfondimento sulle caratteristiche dell’allattamento materno si sofferma sul ruolo dei padri.
“La neofamiglia nella sua interezza rappresenta una vera e propria squadra a tutela della naturale pratica dell’allattamento. Il papà, figura spesso considerata di secondo piano per l’allattamento, ha, invece, un ruolo fondamentale, sia in gravidanza, che alla nascita e nel post-partum, nel garantire il benessere di mamma e neonato”, ha detto Luigi Orfeo, presidente della SIN.
Sostegno pratico ed emotivo, rassicurazione e contenimento di dubbi e preoccupazioni, rinforzo della motivazione e della fiducia della mamma ad allattare, ma anche attività di filtro nei confronti delle interferenze negative del mondo esterno sulla triade, esemplifica la SIN riferendosi alla figura paterna. E ancora, un ruolo nel facilitare i legami familiari anche con il contatto pelle a pelle e le prime azioni di cura primaria, sia in caso di nascita a termine sia quando sono magari necessari periodi in Terapia Intensiva Neonatale: un coinvolgimento sin da subito del padre nel progetto genitoriale, favorendo il benessere psico-fisico della neo-mamma.
Contestualmente al richiamare l’attenzione sull’importanza dei papà, la SIN ricorda gli elementi positivi associati all’allattamento materno, come le caratteristiche nutrizionali ma anche la presenza di fattori bioattivi, che permette una continua e intima comunicazione anche bioumorale tra mamma e figlio o figlia. In particolare, fra le sostanze bioattive, le cellule staminali e gli ormoni che, prosegue la SIN, “in grado di intervenire nel programming di diversi outcome di salute come, ad esempio, nella promozione dello sviluppo di un corretto ritmo circadiano, le cui alterazioni si associano ad un aumentato rischio a distanza di una serie di problematiche, quali deficit immunitari, metabolici, cardiovascolari, gastrointestinali”. Viene ricordato come la composizione del latte materno si modifichi non solo di giorno in giorno ma anche durante il giorno stesso, in base a fattori materni, neonatali e fisiologici, e la concentrazione di ormoni segua il ritmo circadiano: il latte delle prime ore del mattino è ricco di cortisolo e aminoacidi, quello della notte di melatonina a triptofano.
“Sostenere, tutelare e promuovere l’allattamento materno per tutti i benefici che comporta, non solo a madre e neonato, ma a tutto il nucleo familiare e all’intera società, è un dovere da parte della comunità scientifica e di tutto il personale sanitario che opera negli ospedali e sul territorio, da nord a sud del Paese”, conclude Luigi Orfeo. “Ognuno di noi può e deve fare la sua parte, per appianare le differenze regionali, informando ed educando, dove necessario, le famiglie a tutela di questo vero e proprio voucher di salute per il neonato e la sua famiglia”.