Quarantaquattro Banche del Latte Umano Donato per il fabbisogno di neonati e lattanti: nasce un progetto per coprire le necessità nelle emergenze
Un posto come leader per l’Italia in Europa per quanto riguarda le Banche del Latte Umano Donato (BLUD): 44 BLUD sul territorio italiano, con le ultime due aperte in Sicilia che arriva così da avere cinque BLUD, quarta regione dopo Lombardia (sette banche), Veneto e Toscana (sei banche). Sono numeri che parlano di generosità diffusa di tante mamme, ma che purtroppo non coprono ancora le necessità: il latte umano donato (LUD) non è ancora sufficiente per tutti i neonati ed i lattanti che ne hanno bisogno in Italia.
A parlarne sono la Società Italiana di neonatologia (SIN) e l’Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato (AIBLUD Onlus). I neonati prematuri o con patologie e quelli in emergenza sono coloro che principalmente possono beneficiare del latte umano donato, e se per i prematuri (nati prima della 37esima settimana di gestazione e particolarmente fragili) rappresenta un salvavita, può essere indispensabile anche per neonati e lattanti che sono in situazioni di emergenza.
Nell’ultimo decennio in Italia si sono verificate diverse emergenze di varia origine: terremoti, alluvioni, altri disastri, crisi dei rifugiati e dei migranti, pandemia di Covid-19. SIN e AILBLUD riportano che la capacità di risposta della Protezione Civile e del sistema di emergenza a livello regionale e locale è significativamente migliorata, ma è cambiato poco o nulla rispetto alla protezione, promozione e sostegno dell’alimentazione dei neonati e dei lattanti nelle emergenze.
“Per questo motivo, la nostra associazione ha deciso di realizzare il progetto Latte umano donato nelle emergenze, che vedrà coinvolte molte delle BLUD operative nel nostro Paese. Il progetto si basa sulla realizzazione di una Centrale Operativa ubicata nel nord Italia, dove verrà fatto confluire il 10% del latte donato raccolto dalle banche coinvolte nell’iniziativa”, ha spiegato Guido Moro, presidente dell’AIBLUD Onlus. “Il latte verrà lavorato nella Centrale Operativa e trattato con un processo di liofilizzazione, che trasformerà il latte liquido in latte in polvere. La liofilizzazione consentirà di mantenere tutte le caratteristiche organolettiche del latte per un periodo di 24 mesi. Il volume ridotto del liofilizzato permetterà di stoccare notevoli quantità in uno spazio minore. In caso di necessità, il latte liofilizzato verrà, poi, inviato nelle zone delle emergenze, per alimentare neonati e lattanti che non hanno la possibilità di ricevere il latte della propria mamma”.
Sull’importanza del latte umano donato interviene il presidente della SIN: “Da anni promuoviamo in tutti i nostri punti nascita la donazione del latte umano, informando le potenziali mamme donatrici su questo atto d’amore vitale per i neonati che lo riceveranno. Sono tantissimi i vantaggi dell’utilizzo del Latte Umano di Banca per il neonato prematuro: riduzione dell’incidenza di intolleranza alimentare, di enterocolite necrotizzante, di displasia broncopolmonare, di sepsi e di altre infezioni, di retinopatia del prematuro, precoce raggiungimento dell’alimentazione enterale esclusiva, miglioramento degli outcome neurocognitivi e promozione dello sviluppo cerebrale. L’utilizzo precoce del latte Umano Donato consente, inoltre, una riduzione dei tempi di degenza e favorisce la promozione dell’allattamento materno esclusivo nelle Terapie Intensive Neonatali (TIN)”, illustra Luigi Orfeo, e conclude: “È nelle nostre maternità che dobbiamo intercettare le possibili donatrici e far conoscere loro il sistema italiano delle BLUD, che tanti progressi ha fatto negli ultimi anni. È necessaria una maggiore conoscenza e divulgazione sulle caratteristiche che una mamma donatrice deve possedere e sulle modalità di donazione e conservazione del latte, in modo da far aumentare la raccolta ed il numero dei bambini che potranno beneficiare di questo preziosissimo alimento salvavita”.