Attivata una BLUD, al Policlinico Gemelli, dove ogni anno vi sono migliaia di parti e tanti neonati prematuri ricoverati in TIN
Tante mamme che partoriscono al Policlinico Gemelli di Roma, e tanti neonati prematuri che ricevono le cure presso il reparto di Terapia intensiva neonatale (TIN). Nasce quindi la Banca del latte umano donato (BLUD), che permetterà di avere disponibile latte materno per i piccoli prematuri, a proteggerli contro complicanze quali l’enterocolite necrotizzante e le infezioni.
“L’esigenza di attivare una Banca del Latte al Gemelli nasce dal fatto che abbiamo tanti neonati prematuri ricoverati in terapia intensiva e tante mamme (oltre 4 mila l’anno) che decidono di far nascere il proprio figlio al Policlinico Gemelli. Abbiamo dunque pensato di mettere insieme queste due caratteristiche per sensibilizzare le mamme che stanno vivendo un momento unico e irripetibile di gioia a continuare con un ulteriore atto d’amore come donare il proprio latte”, racconta Giovanni Vento (nella foto), direttore della UOC di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Professore Associato di Pediatria generale e specialistica all’Università Cattolica, campus di Roma. “Dopo aver formato il personale (medici, ostetriche, infermiere) per far sapere alla mamma come può capire se può donare il latte e soprattutto che può farlo direttamente al Gemelli, abbiamo dunque cominciato a sensibilizzare alla donazione tutte le mamme che partoriscono neonati sani e hanno latte in più e che spesso non sanno che esista questa possibilità, né quanto possa essere importante il loro latte per queste piccole creature. La Banca del Latte del nostro Policlinico si andrà ad aggiungere alle altre già esistenti; l’Italia è infatti uno dei Paesi al mondo con il maggior numero di Banche del Latte”.
Una sensibilizzazione, quella delle mamme che inizia già prima della nascita del figlio o figlia, in occasione delle visite ambulatoriali di ostetricia e durante i corsi di preparazione al parto, come spiega Giovanni Vento: “È molto importante che le possibili donatrici vengano sensibilizzate e informate di questa possibilità prima che vengano a partorire perché la degenza media dopo il parto sarà di appena 48 ore, un tempo insufficiente per avere la montata lattea”. Le donatrici raccoglieranno quindi il latte una volta a casa, in contenitori sterili che vengono forniti loro insieme con le informazioni su come raccogliere il latte e conservarlo nel freezer e su quando il servizio incaricato passerà a casa loro a ritirarlo. Aggiunge ancora Giovanni Vento: “Il progetto prevede anche una parte dedicata alla ricerca, per studiare le caratteristiche distintive del latte materno che variano da donna a donna, per poter dare ai nostri neonati prematuri un latte che corrisponda il più possibile alle loro necessità”.
I vantaggi rappresentati dal latte materno nei neonati prematuri sono numerosi: “A ridursi in modo significativo è il rischio di enterocolite necrotizzante, una sorta di infarto intestinale che rappresenta una patologia gravissima, devastante (a volte fatale) che può colpire il neonato prematuro. Anche il rischio di bronco-displasia polmonare è nettamente ridotto dall’impiego di latte materno fresco o di banca, come anche quello di patologie infettive. L’impiego di latte materno migliora inoltre i parametri di sviluppo neuro-cognitivo a distanza e la sopravvivenza globale dei prematuri”, dice ancora Giovanni Vento, e conclude: “Infine, una mamma su tre di un bambino, ricoverato presso la nostra Terapia Intensiva anche per 2-3 mesi, riesce a portare il figlio a casa con allattamento materno esclusivo. E questo è un importante indicatore di qualità; l’Oms infatti raccomanda di nutrire per almeno sei mei il bambino con latte materno”.