Una ricerca della SIGENP ha valutato la gestione della condizione in Italia, con un’indagine retrospettiva su centri di gastroenterologia pediatrica

Uno studio della Società Italiana di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica (SIGENP) sulla gestione in Italia dell’esofagite eosinofila, condizione che, sottolinea la SIGENP, è spesso misconosciuta e sottodiagnosticata, provoca un graduale restringimento dell’esofago e necessita di un’accurata presa in carico. L’obiettivo era capire se, riporta sempre la SIGENP, “il problema venga affrontato dal Sistema Sanitario Nazionale nella maniera più corretta garantendo la migliore qualità di vita possibile per i piccoli pazienti. E la risposta, sottolineano gli esperti, è affermativa”.

Lo studio, di tipo retrospettivo, è stato realizzato nel novembre dello scorso anno coinvolgendo i centri di gastroenterologia pediatrica, attraverso, spiega Naire Sansotta, gastroenterologa pediatra all’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, che ha proposto la ricerca, l’invio di “un questionario articolato in 39 domande ai centri specialistici pediatrici su tutto il territorio nazionale. I centri che hanno partecipato inviando dati sono veramente tanti, oltre 50. In tutti, i gastroenterologi pediatri, in accordo con le linee guida internazionali, pongono diagnosi di esofagite eosinofila eseguendo la gastroscopia con biopsie seriate in vari tratti dell’esofago per verificare una eventuale infiammazione, presenza di eosinofili”.

Data la cronicità della patologia, è importante una diagnosi corretta. “Per impostare una cura a lungo termine è importante un adeguato e continuo follow up perché il trattamento va protratto per molti anni. Infatti, secondo i nostri dati, oltre il 50% dei bambini affetti da questa patologia prosegue la terapia per almeno tre anni”, prosegue Naire Sansotta, che riporta anche consigli per i genitori, per scoprire la presenza di questa condizione: “Bisogna fare attenzione a quando bambini anche piccoli hanno difficoltà ad alimentarsi e vomitano spesso, cioè quando faticano a deglutire o il cibo si ferma nell’esofago e/o provoca dolore o quando va spesso ‘di traverso’, per così dire”.

L’esofagite eosinofila, conclude Claudio Romano, Presidente SIGENP e Direttore Unità Operativa di Gastroenterologia Pediatrica e Fibrosi Cistica dell’ Università di Messina, “Sarà uno dei temi affrontati in occasione del prossimo Congresso Nazionale della SIGENP che si svolgerà tra breve a Palermo dal 26 al 28 Settembre”.