I vaccini sono una risorsa preziosa per i cittadini e per i sistemi sanitari per l’immunizzazione contro le malattie infettive prevenibili. Sono rigorosamente controllati in tutte le fasi del loro sviluppo, dal laboratorio alla pratica clinica.
Molto spesso, soprattutto nei bambini, si teme un eventuale rialzo febbrile a seguito della somministrazione del vaccino.
Se sale la febbre dopo il vaccino…
Un mito da sfatare è quello per cui le vaccinazioni causano sempre e comunque la febbre in tutti i bambini. In realtà il dato statistico connesso al rialzo febbrile post-vaccinazioni è compreso tra l’1% e il 10% dei bambini trattati.
I momenti in cui la febbre da vaccinazione si presenta sono nelle 72 ore dopo l’iniezione (ad esempio vaccino esavalente) oppure tra i 5 e i 15 giorni (ad esempio vaccino morbillo-parotite-rosolia), a seconda del tipo di vaccino effettuato.
Conoscere questa evenienza e il periodo di tempo entro il quale si può manifestare è utile per informare preventivamente il genitore ed evitare di interpretare la febbre come il segno di una malattia.
Anche il dolore potrebbe essere una reazione alla vaccinazione. Nella maggior parte dei casi si tratta di un dolore localizzato.
Paracetamolo e Ibuprofene: quando usarli?
Le società scientifiche sconsigliano l’utilizzo preventivo di Paracetamolo o Ibuprofene per ridurre l’incidenza di febbre e reazioni locali in bambini sottoposti a vaccinazione. Tuttavia, un eventuale rialzo febbrile post-vaccinazione potrebbe creare malessere nel bambino. In questo caso, è utile somministrare un antipiretico, in genere a base di Paracetamolo oppure di Ibuprofene. L’utilizzo di Ibuprofene non è indicato al di sotto dei 3 mesi di età (<5,6 kg di peso), quando l’unico antipiretico indicato è Paracetamolo.