Pubblicato il rapporto a cura dell’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) dell’AIFA sull’uso in Italia

Un andamento generale in diminuzione dal confronto con il 2020, -3,3%. Tuttavia i consumi di antibiotici sono superiori a quelli rilevati in diversi paesi in Europa e vi è un ricorso maggiore a quelli ad ampio spettro. I dati provengono dal Rapporto “L’uso degli antibiotici in Italia – 2021”, a cura dell’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), che riportano anche come vi sia una variabilità tra le Regioni nei consumi di questi farmaci, e che vi sono “margini di miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva soprattutto nelle Regioni del Sud”.

Il Rapporto analizza l’utilizzo degli antibiotici in regime di assistenza convenzionata anche nella popolazione pediatrica, in quella anziana, in sottogruppi rispetto all’uso di fluorochinoloni e quello nei casi di broncopneumopatia cronica ostruttiva. Vengono considerati l’ambito ospedaliero, l’acquisto privato di quelli di fascia A, il consumo degli antibiotici non sistemici e gli indicatori di appropriatezza prescrittiva nella Medicina Generale. Infine, vi è una sezione sulla rete dei laboratori di microbiologia e una sull’utilizzo degli antibiotici in ambito veterinario (in accordo con il Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico Resistenza 2022-2025).

Considerando in particolare la fascia pediatrica, nel 2021 circa un soggetto su quattro fino ai 13 anni di età ha avuto almeno una prescrizione di antibiotici sistemici (23,7%, mentre nel 2020 la percentuale era del 26,2%), una media di 2 confezioni per ogni soggetto trattato (pressoché stabile rispetto all’anno precedente). Il consumo maggiore risulta essere tra i 2 e i 5 anni di età, con quattro bambini su 10 circa che hanno avuto almeno una prescrizione di antibiotici. Il tasso di prescrizione appare superiore nei maschi a confronto con le femmine, in particolare tra 0 e 1 anno di età.

Nel 2021 viene confermato l’andamento in peggioramento già visto nel 2020 per quanto riguarda l’indicatore che confronta il ricorso alle molecole ad ampio spettro rispetto a quelle a spettro ristretto; un incremento che può essere l’effetto di una variazione della tipologia/gravità delle infezioni seguite a livello ambulatoriale e, in parte, di un uso eccessivo di molecole di seconda scelta.