I risultati dell’indagine nazionale sugli stili di vita 2023 con i timori, le incertezze , le speranze degli adolescenti in Italia

Nubi all’orizzonte, almeno per quel che riguarda il prossimo futuro. Incapace di dare fondamenta e di assicurare la realizzazione di aspettative realistiche e lecite. È il percepito degli adolescenti – un campione di oltre 5.600 tragazzi tra i 13 e i 19 anni – protagonisti dell’indagine nazionale sugli stili di vita 2023, realizzata annualmente da Laboratorio Adolescenza e Istituto di ricerca IARD, con il supporto operativo di Mediatyche s.r.l. Gli adulti e le istituzioni si interrogano: complici anche messaggi, azioni e proiezioni poco rappresentative?

Nulla di nuovo

Passata la pandemia, l’incertezza e i timori per il domani restano un fil rouge tra i giovani, con qualche differenza di genere: “La tristezza è il mood che li accomuna, la preoccupazione la fa da padrone (52,4%)”, esordisce Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio Adolescenza, “tuttavia le ragazze appaiono più riflessive e timorose (58,6%) dei coetanei maschi ma al contempo anche più disposte a ri-mettersi in gioco per affrontare gli studi universitari e ipotizzare nel futuro un trasferimento all’estero. Dalle une, quindi, più ansia e insoddisfazione, ma anche maggiore maturità, dagli altri più spensieratezza ma anche una certa sottovalutazione del rischio. Sono sotto la media gli ottimisti per un futuro più roseo (47%)”. A giustificazione di questi sentimenti contribuisce anche lo stato contingente: degrado ambientale, guerre e catastrofi naturali indotte dall’uomo, mentre sul fronte opposto l’unica certezza positiva è che il futuro sembrerebbe garantire la cura delle malattie (90,8%). “Tale rapido cambiamento”, spiega Fulvio Scaparro, psicologo dell’infanzia e dell’adolescenza e referente dell’area psicologica di Laboratorio Adolescenza, “è dovuto al fatto che la memoria breve è una delle caratteristiche che connota adolescenti e società odierna, denotando la capacità di voltare pagina e rimuovere il passato anche recentissimo o nemmeno passato, come la guerra in Ucraina, i femminicidi, la condizione dei migranti”. Se il futuro rappresenta un’incognita, la rimozione del passato, e quindi dell’esperienza vissuta, fondamenta del futuro individuale e collettivo, non promette niente di buono, servono azioni mirate: “Il panorama tracciato dall’indagine”, dichiara Paolo Paroni, presidente di Rete ITER-Istituto IARD, “deve essere la leva per ‘istituzionalizzare’ interventi e politiche finalizzati a garantire alle nuove generazioni un contesto sociale in cui vivere adeguato alle loro esigenze e ai loro obiettivi futuri”.

Relazioni virtuali

Complice la sfiducia? Fatto è che i giovani cercano presenze sempre più ‘social’, quali per esempio influencer e fashion blogger, che diventano i modelli da seguire, specie sul fronte della percezione del proprio corpo verso cui c’è insoddisfazione (40,3%, 51% di ragazze) che aumenta al crescere dell’età. Gli influencer dunque condizionano oltre il 72% dei giovanissimi, compresa un’ampia maggioranza di maschi (62%), con il rischio di una dipendenza psicologica: “Il fenomeno”, aggiunge Alessanda Marazzani, psicologa e membro del consiglio direttivo di Laboratorio Adolescenza, “non ha alcuna attinenza con il mondo LGBT e l’identità di genere, ma tende ad uniformare l’immagine estetica di maschi e femmine. Da qui un’attenzione mai registrata prima, da parte dei maschi, all’aspetto estetico e quindi al giudizio sul proprio aspetto”. Si genera dipendenza, fra gli adolescenti, anche verso lo strumento: Google, Instagram e Tik Tok costituiscono le principali piattaforme con cui i giovani si mantengono ‘linkati’ con l’esterno (principalmente il loro mondo) e attraverso cui cercano informazioni. Tranne Facebook, tutti gli altri social più importanti crescono, da Pinterest (specie tra le ragazze) a Twitter, da Snapchat a Telegram; all’opposto, da LinkedIn si mantengono più distanti. Preoccupa l’incremento di OnlyFans (una sorta di TikTok senza censure), dove è possibile postare e vedere (a pagamento) contenuti a esplicito riferimento sessuale: lo frequenta abitualmente il 7,5% dei teenagers (12,5% dei maschi), versus meno dell’1% nel 2020. Cala fino ad azzerarsi la lettura di giornali online (20,7%) e carta stampata in genere (3%). “Non sono i ragazzi a essere cambiati, è il mondo dell’informazione attorno a loro che è cambiato. Sono aumentate in modo esponenziale le fonti di informazione”, chiarisce Riccardo Renzi, giornalista, direttore responsabile di Laboratorio Adolescenza Magazine, “e in questo mondo nuovo hanno giustamente le loro preferenze, che la ricerca decisamente conferma: Google e i Social, con la TV relegata sempre di più all’intrattenimento e il declino che appare inarrestabile dei quotidiani tradizionali, anche online”.

La scuola e la formazione

In presenza, che sfrutta tutta la tecnologia disponibile e che affronti ‘nuove’ materie di loro interesse: fra cui educazione sessuale, sostenibilità ambientale, educazione al rispetto delle diversità di genere, etnia, credo religioso. Il 47% di ragazzi vorrebbe lezioni condotte in classi tradizionali, strutturate come oggi, e il 40% in classi ad ‘assetto variabile’ con aule e insegnanti dedicati alle differenti discipline con compagni di classe di volta in volta diversi: così vedono la scuola del presente e del futuro gli adolescenti italiani. “I ragazzi non possono sapere che per realizzare la scuola del futuro da loro proposta occorrerebbero investimenti sull’istruzione mai visti nel nostro Paese. Tuttavia”, commenta Paolo Demolli, professore di filosofia al liceo Giovanni Berchet di Milano, “pare inizino a intuire che il mondo adulto, e la politica in particolare, quando parlano di ascolto e di responsabilità predicano bene, ma razzolano male: chi dovrebbe avere responsabilità sulla scuola anche questa volta non li ascolterà”. Sembrano, inoltre, avere chiara anche la proiezione del proprio futuro: solo il 34% ritiene che continuerà a vivere nella stessa città o attuale regione con una vocazione anche verso l’estero (30%); inoltre la maggioranza (71,1%) ‘si vede’ in un rapporto di coppia stabile e di convivenza/matrimonio, con figli, versus il 10% che si preferisce single.

Notti in bianco

È un lascito di Covid: è rimasta alta la percentuale di adolescenti che dichiara di faticare ad addormentarsi (71,9%) a causa di preoccupazione per la scuola (60,7%), pensieri negativi (58,1%), nervosismo immotivato (57,8%), mancanza di sonno (60%). Quest’ultima causa spesso dovuta all’utilizzo serale e notturno di smartphone e computer, frequentemente a letto fino a un attimo prima di spegnere la luce. “Occorre agire sulle cause e gli stili di vita che inducono il mancato sonno”, conclude Giovanni Biggio, Professore Emerito di Neuopsicofarmacologia all’Università di Cagliari, “per impattare tempestivamente anche sugli effetti che si possono manifestare molto velocemente: dalla stanchezza psicofisica al cattivo umore e alla facile irritabilità, dalla difficoltà nella concentrazione e nell’apprendimento alla perdita di memoria, all’alterazione della capacità decisionale, al calo di interesse per le attività quotidiane. Melatonina (che ripristina e normalizza il ‘ritmo circadiano’ veglia-sonno) e una integrazione a base di estratti di zafferano (che agiscono su irritabilità e cattivo umore) sono due rimedi totalmente naturali e innocui che possono aiutare a gestire il problema”.