Pubblicato il quinto rapporto che prende in esame nove indicatori sulla salute materno-infantile nel periodo 2015-2019

Tasso di natimortalità e di mortalità neonatale inferiori alla media europea, ma numero di cesarei e di parti pretermine superiore a quello medio del continente. I dati emergono dal quinto rapporto Euro Peristat “European Perinatal Health Report”. Coordinato dall’INSERM (Institut national de la santé et de la recherche médicale – Istituto nazionale francese per la ricerca sulla salute e la medicina), per quanto riguarda l’Italia contribuiscono al documento l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), l’ISTAT, il Ministero della Salute e l’Ospedale Bambino Gesù di Roma.

Il rapporto considera nove indicatori sulla salute materno-infantile nel periodo 2015-2019: tre indicatori di mortalità (natimortalità, mortalità neonatale e infantile), due su peso alla nascita ed età gestazionale, tre sulle caratteristiche di popolazione (gravidanze multiple, età e parità materna) e la modalità del parto. I dati vengono forniti al network Euro Peristat dalla rete di referenti attiva in 27 Stati membri dell’Unione Europea, cui si aggiungono l’Islanda, la Norvegia, la Svizzera e il Regno Unito.

In Italia nel periodo considerato viene riportata una riduzione del tasso di natimortalità da 3 a 2,7 nati morti da 24 settimane di gestazione ogni 1000 nati (a fronte di un punto percentuale annuo di riduzione a livello europeo); nel 2019 la mortalità neonatale era 1,7 morti ogni 1000 nati vivi a partire da 22 settimane di gravidanza (2,2 la mediana europea) e la mortalità infantile era 2,6 morti nel primo anno di vita ogni 1000 nati vivi (nel 2015 era 3,1 del 2015), in linea con il range dei Paesi europei (0,9-3,8 morti ogni 1000 nati vivi).

Considerando i dati sulle mamme, in Italia è uno dei Paesi con l’età al parto più avanzata, con il 34,4% delle partorenti over 35 anni, insieme con Portogallo (33,2%), Irlanda (39,4%) e Spagna (40,0%), e in Italia l’8,8% ha un’età pari o superiore a 40 anni. Dal 2015 al 2019, sempre in Italia, si è leggermente ridotta la percentuale di donne che partoriscono per la prima volta un nato vivo o morto (da 52,7% a 50,7%). Le gravidanze multiple nel 2019 erano in linea con il dato medio europeo (1,6% del totale) e le nascite a 37 settimane erano il 7,5% (un punto percentuale i meno rispetto al 2015).

Infine, rispetto ai cesarei, se il tasso mediano in Europa era 26% nel 2019, in Italia era il 33% (12,3% programmati e 20,7% in emergenza), un valore alto sebbene vi sia una riduzione da anni (31,2% nel 2021), con tuttavia grandi variazioni fra le Regioni.