Prevenzione dell’otite media ricorrente: parte uno studio sul primo probiotico topico

2030

Uno studio sull’efficacia di un probiotico topico in grado di riequilibrare la flora nasofaringea in bambini con otite media acuta ricorrente: il progetto, appena partito, è stato presentato in occasione del 32° Congresso nazionale di antibioticoterapia in età pediatrica, svoltosi a Milano. Lo studio parte dalla considerazione che la colonizzazione con patogeni respiratori è uno dei principali fattori di rischio di otite media acuta (OMA) nei primi anni di vita. È stata osservata, inoltre, all’aumentare dei patogeni, una riduzione di microrganismi non patogeni, protettivi, quali streptococchi alfa-emolitici. La modificazione della micro-ecologia batterica nasofaringea potrebbe quindi costituire una delle modalità ottimali di prevenzione, poiché capace di agire direttamente sulla causa della patologia infettiva dell’orecchio medio. «Una nuova prospettiva alla prevenzione dell’otite media ricorrente mediante un riequilibrio della flora nasofaringea nasce dall’identificazione, come microrganismo inibente i patogeni respiratori, di un ceppo specifico di streptococco alfa emolitico ‒ spiega la relatrice Paola Marchisio, Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura, Fondazione IRCCS Cà Granda, Ospedale maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano. ‒ Streptococcus salivarius DSM 23307 è infatti caratterizzato da una notevole attività inibente nei confronti di S. pneumoniae, non è patogeno nei confronti dell’ospite, ha un buon profilo di sicurezza e aderisce in modo efficace alle cellule della superficie respiratoria. Rappresenta quindi il candidato ideale per un trattamento di tipo preventivo per l’OMA ricorrente. Lo studio – randomizzato in doppio cieco in bambini con storia di otite media acuta ricorrente ‒ ne verificherà l’efficacia nel ridurre la recidività degli episodi di OMA».

In attesa dei risultati gli strumenti di prevenzione dell’OMA ricorrente a oggi disponibili sono la profilassi ambientale e i vaccini antinfluenzale e pneumococcico coniugato, mentre è stato fortemente discusso negli ultimi anni e limitato a casi estremamente selezionati l’utilizzo della profilassi antibiotica, per il potenziale rischio di comparsa di resistenza batterica in soggetti sottoposti a dosi sub-inibenti di antibiotici.