Secondo una ricerca italiana, anche quando la madre è positiva, se possibile e con le dovute precauzioni, si confermano i benefici del rooming-in

Il rischio di contagio del neonato dopo la nascita da parte della sua mamma, se positiva a COVID-19, è molto basso. Ad affermarlo è uno studio realizzato da un gruppo di neonatologi italiani e pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics, dal titolo Evaluation of Rooming-in Practice for Neonates Born to Mothers With Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus 2 Infection in Italy. Dunque i figli di madre infetta non dovrebbero esserne separati dopo la nascita, in quanto i benefici del rooming in, adottando tutte le precauzioni necessarie, supererebbero i rischi. I risultati rappresentano una conferma di quanto diffuso dalla Società Italiana di neonatologia (SIN) nella prima ondata della pandemia con il documento “Allattamento ed Infezione da Sars-CoV-2 (Coronavirus Disease 2019 – COVID-19)”.

La ricerca realizzata

Lo studio, coordinato da Lorenza Pugni dell’Unità Operativa di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale della Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano diretta da Fabio Mosca, con come primi autori Andrea Ronchi e Carlo Pietrasanta della stessa Unità Operativa, è stata realizzata tra metà marzo e inizio maggio 2020 in sei neonatologie in Lombardia su 62 neonati negativi alla nascita le cui mamme (in numero di 61, con età media 32 anni) erano positive per SARS-CoV-2. Il 95% dei neonati è stato allattato al seno. I bambini sono stati seguiti per 20 giorni e le mamme, durante il rooming-in, dovevano utilizzare sempre la mascherina vicino al figlio e durante l’allattamento, mantenere una accurata igiene delle mani e avere la culla distanziata dal loro letto.

Nei controlli post parto solo in uno dei 62 neonati (1,6%) è stata fatta diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 al 7° giorno di vita, con sviluppo di una dispnea transitoria lieve. La sua mamma aveva presentato un peggioramento grave delle condizioni cliniche, tale da interrompere il rooming-in al 5° giorno di vita.

Prevenzione e allattamento al seno

“Sulla base dei nostri risultati il rischio di trasmissione postnatale da madre a bambino di SARS-CoV-2 durante il rooming-in è molto basso e le mamme infette in buone condizioni cliniche e disponibili a prendersi cura dei propri bambini, devono essere incoraggiate a questa pratica e ad allattare al seno, dopo essere state ben istruite sulle misure preventive da adottare”, ha affermato Fabio Mosca, presidente della SIN. “Risulta chiaro quindi che, con le opportune precauzioni, anche una mamma positiva a COVID-19 può abbracciare il suo piccino appena nato e vivere l’esperienza del contatto pelle a pelle, che favorisce il bonding e il buon avvio dell’allattamento. La mamma ha così la possibilità di attaccare subito il bimbo al seno e procedere anche nei giorni successivi con l’allattamento a richiesta, essenziale per ogni neonato”.

Per facilitare il legame mamma bambino e l’allattamento al seno, sarebbero dunque da separare solo in caso di sintomi rilevanti nella madre. Ha aggiunto Fabio Mosca: “Se le condizioni generali della neomamma non le consentono di allattare al seno, comunque, dovrà essere incoraggiata ad estrarre il latte dal personale del punto nascita, che le spiegherà come fare e quali accorgimenti igienici seguire. Ciò ne stimolerà la produzione, garantendo al piccolo tutti i benefici di salute derivanti dal latte materno”.