I ballerini professionisti possono presentare patologie ortopediche di diverso tipo, da prevenire e gestire adeguatamente

Patologie per overuse, patologie acute a carico di caviglia, piede e ginocchio, fratture da stress. I ballerini che praticano la danza classica a livello professionale sono più inclini a presentare diversi tipi di patologie, legate a diverse condizioni, da prevenire e gestire con un approccio medico-riabilitativo.

Nella Giornata internazionale dedicata alla danza (29 aprile), Omar De Bartolomeo, ortopedico della II Clinica Ortopedica dell’ASST Gaetano Pini-CTO, sottolinea alcuni aspetti collegati alla danza classica professionale: “La danza classica è una disciplina che necessita di una determinata conformazione. È sconsigliato praticare la danza a livello professionale se si soffre di scoliosi, di sindrome pronatoria (piede piatto), se si ha un ginocchio eccessivamente valgo, oppure altre predisposizioni individuali che possano aumentare in modo significativo il rischio di infortunio”.

Tendiniti e altro

“Per il 60% dei casi i ballerini soffrono di tendiniti, specie al tibiale posteriore, al flessore dell’alluce e achilleo, molti ballerini devono lavorare per correggere e adattare la tecnica della danza alla propria conformazione corporea ed evitare quindi alcune patologie da tecnica errata e da lavoro, come ad esempio l’alluce valgo, le tendinopatie, le fratture da stress, il conflitto femoro-acetabolare e il conflitto posteriore di caviglia”, prosegue l’ortopedico.

“Alcune patologie del ballerino sono specifiche, oltre che per l’età, anche per il gesto tecnico. I ballerini sono maggiormente impegnati in salti e prese, quindi hanno maggiori problemi alle ginocchia, alla schiena e soffrono più spesso di fratture da stress alle tibie; le ballerine, invece, soffrono più spesso di problematiche al ginocchio e alla caviglia, nonché di lesioni da overuse (fratture da stress) ai piedi, proprio per l’uso delle punte”.

Da considerare anche situazioni che possono insorgere collegate alla crescita del ballerino o ballerina, spiega ancora l’ortopedico, quali per esempio l’osteocondrosi del calcagno o osteocondrosi dell’apofisi tibiale anteriore (malattia di Osgood-Schlatter), e per ridurre i sovraccarichi e l’insorgenza di tendinopatie, onicopatie e fratture da stress, per le ballerine Omar De Bartolomeo sottolinea l’importanza dell’utilizzo di scarpette adatte, per adattare la forma del piede alla forma del puntale e alla flessibilità della suola: “Nella danza sport e arte si fondono e la preparazione atletica è necessaria per evitare infortuni, così come conoscere il proprio corpo e assecondarne i cambiamenti, senza dover rinunciare a nulla, neanche alla gravidanza”.

Le restrizioni da COVID

Da considerare, rispetto agli infortuni durante la danza, l’impatto avuto dalle restrizioni per la pandemia da SARS-CoV-2: “Per quanto abbiano potuto allenarsi in autonomia, i ballerini hanno ripreso le attività solo parzialmente preparati da un punto di vista atletico e questo ha portato inevitabilmente a un aumento dell’incidenza di infortuni come la distorsione di caviglia o di ginocchio, oltre che all’insorgenza di patologie da overuse per inadeguata preparazione tecnica-atletica, quindi fratture da stress, tendinopatie, lombalgia”, dice ancora l’ortopedico, e conclude, in merito al percorso di riabilitazione dopo un infortunio, oltre all’intervento dell’ortopedico: “I fisioterapisti, così come i preparatori atletici e gli insegnati di danza hanno un grande ruolo nella prima fase di ripresa, in quanto occorre modulare i carichi e gli impegni artistici e l’intensità delle lezioni, così da permettere una corretta ‘riatletizzazione’ dei ballerini”.