L’Annuario statistico (Istat, dicembre 2023) propone interessanti spunti di riflessione. Come sottolineato anche lo scorso anno (Il Pediatra 1/2023), l’andamento della dinamica demografica risulta caratterizzato da un saldo naturale negativo dovuto alla continua diminuzione delle nascite (attualmente ben sotto le 400.000/anno).

Come lucidamente afferma la Prof.ssa Annamaria Staiano (Presidente SIP) nell’intervista di questo numero (pag.6 e segg.), “la debolezza demografica dell’Italia si traduce in una fragilità sociale e la natalità deve essere considerata una delle principali emergenze nazionali”, a cui anche i pediatri sono chiamati a fornire proposte, ma anche risposte assicurando la migliore salute possibile alla scarsa popolazione minorile oggi presente nel Paese.

A questo proposito, il Rapporto Istat mette anche in evidenza il cambiamento delle necessità assistenziali in ambito pediatrico.
Considerando la sola fascia di età 1-14 anni, al primo posto delle patologie per cui oggi si ricoverano in acuto i bambini persistono i disturbi respiratori (47,3/10.000), ma tale valore è praticamente raggiunto dalle malattie del sistema nervoso centrale (47,0) che superano quelle dell’apparato digerente (44,5). Emergono, poi, le malattie di ghiandole endocrine, metabolismo, nutrizione e sistema immune (42,8), traumatismi e avvelenamenti (41,7) e disturbi mentali (34,4).

Le malattie infettive, classica causa di ricovero nei minori, rappresentano solo il 17,6/10.000 superate ormai anche dai tumori (20,0). Le malattie croniche sono presenti in oltre il 7% e il 15% rispettivamente della popolazione 0-14 anni e 15-17 anni. Alcune di queste rappresentano condizioni rare o molto rare fino a poco tempo fa definite “fatali”.

La stampa anche non medica sottolinea quasi quotidianamente che le nuove prospettive terapeutiche (terapia genica, anticorpi monoclonali, bio-farmacologia, etc.) stanno sempre più cambiando il decorso naturale di tali patologie, ma questo a spese di un elevato impegno di risorse assistenziali ed economiche; inoltre, per questa “nuova categoria di cittadini” si pongono nuovi problemi di follow-up a lungo termine e – in prospettiva – di transizione verso la medicina dell’adulto.

Ne deriva una duplice necessità. Da un lato, l’assistenza ospedaliera e territoriale a neonati, bambini e adolescenti non potrà non prescindere da una migliore razionalizzazione, evitando duplicazioni di interventi ed eccessiva medicalizzazione per condizioni a basso impatto sulla salute.

Dall’altro, una maggiore attenzione deve essere rivolta – anche in ambito formativo universitario e post-universitario – alle nuove sfide che il progresso tecnologico e i diversi bisogni impongono ai fini di mantenere l’elevata qualità di “care” offerta dalla pediatria italiana.

Questa Rivista – da sempre particolarmente attenta a tali necessità (si veda, ad esempio, la rubrica ECM coordinata dal Prof. Angelo Ravelli, che offre costantemente un programma di educazione medica continua avanzato e di elevata qualità) – si impegna con nuove rubriche, come “Novità in terapia”.

Un primo aggiornamento compare in questo numero sulle novità in tema di trattamento con ormone della crescita (17/30 tra i primi princìpi attivi per consumo in età pediatrica, OSMED 2023) adesso disponibile in preparati a lunga durata d’azione (pag 58 e segg.).

Viene poi affrontato un tema, a volte non adeguatamente approfondito, nel Focus su fisiologia e disturbi del sonno (pag. 38 e segg.). A inizio anno è, infine, sembrata opportuna una riflessione su temi di particolare attualità come la violenza di genere (pag. 10 e segg.) e la comunicazione con l’adolescente (pag. 54 e segg.) che, nei suoi variegati aspetti anche di tipo medico-legale, rappresenta il primo ma fondamentale step per un’ottimale “care pediatrica” a tutta questa fascia di età.