Un evento formativo a Roma ha approfondito lo stato dell’arte e le prospettive a partire dai piani formativi nelle diverse realtà universitarie

Una cultura della fisioterapia pediatrica uniforme e omogenea in tutto il territorio italiano, una figura di fisioterapista specialista in area pediatrica con la possibilità di un riconoscimento di tale ruolo. Se ne è parlato e discusso a Roma all’evento formativo ‘La formazione entry-level in Fisioterapia Pediatrica: stato dell’arte e prospettive future’, un convegno organizzato in occasione della assemblea dei soci del Gruppo di Interesse Specialistico (GIS) in Fisioterapia Pediatrica dell’Associazione Italiana di Fisioterapia (AIFI).

“La giornata di lavori ci ha permesso di affrontare la tematica della formazione entry-level in Fisioterapia Pediatrica, topic che come GIS abbiamo particolarmente a cuore, partendo proprio da un’indagine sull’offerta formativa universitaria avviata circa tre mesi fa da un gruppo di lavoro dedicato interno al GIS e costituito da colleghe e colleghi interni al Comitato Esecutivo Nazionale del GIS e alle Sezioni Territoriali di AIFI in qualità di Referenti Regionali e non solo”, ha spiegato all’agenzia Dire Antonella D’Aversa, presidente GIS Fisioterapia Pediatrica. “‘L’obiettivo era proprio quello di analizzare e confrontare i piani formativi dei diversi Corsi di Laurea in Fisioterapia, in Italia, in particolare per ciò che riguarda gli insegnamenti di ambito pediatrico, e di qui avviare una discussione finalizzata al confronto tra le diverse realtà universitarie, alla ricerca di modelli positivi che potessero coinvolgere, integrare e diffondere in maniera uniforme e omogenea su tutto il territorio nazionale la cultura della fisioterapia in ambito pediatrico. E quindi definire la figura del fisioterapista specialista e/o esperto in area pediatrica, valutando la possibilità di una certificazione riconosciuta, verosimilmente, sia a livello nazionale che a livello internazionale”.

Il bambino non è un piccolo adulto

‘La Fisioterapia Pediatrica ha radici profonde perché fin dagli anni ’80 e forse anche prima, il mondo della Fisioterapia ha sostenuto il diritto dei bambini/adolescenti e delle loro famiglie di essere seguiti da professionisti altamente qualificati e specificamente formati e in Italia solo con la legge 43/2006 si è iniziato a tracciare le basi per le specializzazioni anche nelle professioni sanitarie attraverso i master. Impegnarsi in questo ambito comporta ovviamente delle responsabilità e richiede un adeguato sapere, saper fare e saper essere, un insieme di competenze che si rafforzano nei percorsi post-lauream ma si strutturano nei percorsi di base”, ha raccontato Antonella D’Aversa, e aggiunto: “‘Perché è vero che ogni fisioterapista laureato e abilitato all’esercizio della professione è in grado di valutare, trattare e prendere in carico un paziente o effettuare un referral ad altro specialista, ma è anche vero che il bambino non è un piccolo adulto bensì un individuo che ha bisogni specifici che richiedono competenze specifiche. E questo a nostro parere è di estrema importanza e pone le sue radici nel diritto inalienabile di ogni bambino a ricevere le cure più adeguate e migliori per lui, secondo quanto previsto anche da Unicef e Organizzazione Mondiale della Sanità”.

L’incontro ha portato all’attenzione le esperienze di diverse realtà italiane e anche straniere, e si pone come primo di ulteriori momenti ulteriori di incontro, come sottolineato dalla presidente GIS Fisioterapia Pediatrica: “Questo è stato solo il primo step di una serie di eventi e confronti che vorremmo fare con FNOFI e gli OFI e la Conferenza dei Corsi di Laurea in Fisioterapia per l’approfondimento di questo tema e per la costruzione passo passo di quello che, speriamo, possa diventare un giorno un documento ufficiale di riconoscimento del fisioterapista esperto”.

I messaggi principali

“Dalla discussione con i relatori dell’evento sono emersi diversi spunti di riflessione, a conferma di alcune certezze storiche ma anche e soprattutto di nuove consapevolezze che necessiteranno di un approfondimento ulteriore”, ha proseguito Antonella D’Aversa, soffermandosi sugli aspetti principali emersi dall’incontro. “I lavori sono appena cominciati e conoscere il monte ore dedicato e il numero di CFU riconosciuti agli insegnamenti di fisioterapia pediatrica è solo il primo degli obiettivi che ci eravamo prefissati. Anche perché rappresenta un dato sicuramente generico e poco significativo per poter procedere nell’analisi. Abbiamo visto esempi di regioni virtuose, come il Veneto e l’Emilia Romagna che ci fanno ben sperare ma, in realtà, anche riflettere: le diversità transregionali e interregionali così come l’estrema variabilità ed eterogeneità degli insegnamenti oltre che dei contenuti sono stati i dati più significativi e degni di riflessioni ulteriori. Un altro aspetto emerso è che le possibilità lavorative in ambito pediatrico che si aprono per i colleghi neolaureati sono molto diversificate sul territorio nazionale, guidate in parte da bisogni diversi del territorio, in parte da scelte o ‘mode’ che le singole regioni o le singole aziende sanitarie hanno intrapreso nel tempo. Una volta definiti tutti questi aspetti si potrà procedere ed approfondire la qualità degli insegnamenti (contenuti, docenti, tipo di didattica, gestione dei tirocini e costruzione di progetti di tesi potenzialmente pubblicabili o comunque divulgabili) così come indicato anche dallo IOPTP, subgroup in Fisioterapia Pediatrica della World Physiotherapy”.

Un lavoro, ha detto ancora Antonella D’Aversa, che “potrà rappresentare un punto di partenza ulteriore per ragionare anche sulla formazione post-base e sulla possibilità di una certificazione per il fisioterapista esperto e specialista, anche mediante il coinvolgimento dello IOPTP, così come è stato per IFOMPT-GTM per poter aumentare sensibilmente il numero di professionisti che hanno approfondito questo campo e, quindi, rispondere meglio ai bisogni dei piccoli pazienti’.

Infine, rispetto alla formazione universitaria, ha concluso sottolineando che “l’attenzione al corso di laurea di base è assolutamente necessaria perché è nelle università che nascono e crescono i fisioterapisti di domani. Fondamentali sono il ruolo dei nuovi Ordini dei Fisioterapisti e delle Società Scientifiche come AIFI con i suoi GIS per camminare l’uno accanto all’altro con funzioni diverse e integrate, si mostrano aperti all’ascolto dei bisogni, empatici e solidali nei confronti degli studenti, dei loro formatori, dei pazienti grandi e piccini e delle loro famiglie, propositivi e proattivi, in un contesto in cui scienza e politica rivestono un ruolo essenziale e complementare”.

Rispondere con competenza ai bisogni

Sul ruolo della fisioterapia pediatrica è intervenuto Simone Cecchetto, presidente AIFI, che ha sottolineato come sia “una componente fondamentale dei percorsi di prevenzione, valutazione, cura, abilitazione, riabilitazione e palliazione di neonati, bambini e adolescenti con disabilità, siano esse transitorie, persistenti o progressive”.

Il presidente AIFI ha aggiunto, concludendo: “L’ambito pediatrico è un ambito elettivo per la tanto declamata interprofessionalità per la quale è necessario il riconoscimento in primis delle specifiche e insostituibili competenze che ciascuna disciplina porta all’équipe. Come società scientifica, continueremo nel dialogo con tutte le realtà, istituzionali e disciplinari, affinché sia compreso e sviluppato il contributo specifico che la Fisioterapia in ambito pediatrico può dare per rispondere con competenze a bisogni dei piccoli cittadini e delle loro famiglie che altrimenti verrebbero inevasi”.