Deficit di GLUT1: clinica e trattamento

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Come diagnosticarla

Una condizione di ipoglicorrachia, associata a un quadro di normoglicemia, contraddistingue uno stato di alterato trasporto di glucosio a livello encefalico. La puntura lombare rappresenta quindi un valido esame diagnostico per individuare la diagnosi SD-GLUT1. La rachicentesi deve essere effettuata a digiuno, per evitare un’eventuale iperglicemia relativa allo stress indotto dalla puntura lombare. Uno specifico parametro da considerare in associazione all’ipoglicorrachia, è il rapporto tra le concentrazioni di glucosio liquorale ed ematico, il cui valore deve essere inferiore a 0,46. Per la diagnosi differenziale con altre condizioni patologiche caratterizzate da ipoglicorrachia (meningiti, emorragie subaracnoidee, prolungato stato epilettico) è fondamentale la valutazione della conta liquorale di cellule e proteine, normale nella SD-GLUT1. Inoltre, come parametro differenziale rispetto ad altre patologie del metabolismo cerebrale, ad esempio le mitocondriopatie, può essere utilizzata la concentrazione liquorale del lattato, che nella SD-GLUT1 è normale o ridotta. L’esecuzione di un elettroencefalogramma a digiuno e dopo i pasti può essere utile per evidenziare la riduzione delle scariche epilettiche, derivante dall’aumentato intake di glucosio: le anomalie elettriche a digiuno e la loro all’elettroencefalogramma post prandiale indicano una reversibilità dell’alterato metabolismo cerebralenel deficit di GLUT1. L’analisi mutazionale del gene SLC2A1 rappresenta l’esame fondamentale per confermare la diagnosi. Le tecniche di neuro-imaging non hanno invece rilevato dei pattern caratteristici e specifici per la SD-GLUT1, sebbene vi possa occasionalmente essere, un lieve ritardo del processo di mielinizzazione.

Il ruolo della genetica

La maggioranza delle mutazioni del gene SLC2A1 associate alla SD-GLUT1 insorgono de novo, anche se sono stati identificati casi di trasmissione autosomico-dominante in soggetti che presentano familiarità per epilessia. Inoltre, la SD-GLUT1 può essere trasmessa anche come autosomico-recessiva: ciò giustificherebbe l’utilità di eseguire indagini genetiche nei familiari di pazienti affetti. A oggi, sono stati identificati circa 100 tipi diversi di mutazioni del gene SLC2A1, comprendenti delezioni, microdelezioni, mutazioni missenso e frameshift. Tutte le mutazioni si presentano in condizioni di eterozigosi e determinano una ridotta funzione del GLUT1. Mutazioni in monozigosi del gene del GLUT1 sono probabilmente letali nella vita fetale, come suggerito da studi su topi knockout per GLUT1. Come in altre malattie genetiche, non è stata chiaramente definita una specifica correlazione genotipofenotipo. Soggetti con lo stesso tipo di mutazione possono infatti presentare un’ampia variabilità clinica. Generalmente, le mutazioni missenso si manifestano con un fenotipo lieve o moderato, se determinano rispettivamente una funzione residua del GLUT1 pari al 75% o compresa tra il 50 e il 75%. La complessità della correlazione genotipo-fenotipo suggerisce il coinvolgimento di diversi meccanismi fisiopatologici alla base della SD-GLUT1.