L’UNICEF riporta la situazione di bambini, bambine e adolescenti supportati nei primi tre mesi di quest’anno, più della metà arrivati soli

Fra gennaio e marzo di quest’anno sono più di 4.000 i e le minorenni migranti e rifugiati/e giunti in Italia nelle aree principali di arrivo, transito e tra gli ospiti del sistema di accoglienza, riferisce l’UNICEF: interventi a Lampedusa, insieme con Save the Children, ne hanno raggiunti 2.500, e 2.300 sono minorenni stranieri non accompagnati.

A Lampedusa sono al lavoro esperti di protezione, educatori e mediatori culturali, per fornire assistenza agli sbarchi (350 in questi mesi) coordinati dalla Guardia di Costiera e dalla Guardia di finanza, e negli hotspot rientra l’attività in merito all’accesso alle informazioni, all’identificazione di minorenni, alla tutela del diritto all’unità familiare e alla gestione dei casi di particolare vulnerabilità, con la segnalazione alle autorità e l’invio ai servizi specializzati. E sempre negli hotspot, UNICEF e Save the Children hanno supportata la realizzazione di uno spazio protetto al fine di garantire protezione a chi è più vulnerabile in attesa di trasferimento: si tratta di un ambiente sicuro e riparato per donne e bambini, con attività durante il giorno di supporto, informazioni e presa in carico.

Tuttavia, nonostante trasferimenti promossi dalle autorità competenti, permane la preoccupazione per i tempi e talora anche la destinazione in altre strutture di prima accoglienza. “L’UNICEF ha già incontrato nelle scorse settimane il Commissario straordinario per l’emergenza Valerio Valenti per condividere la preoccupazione per le criticità registrate nell’hotspot. Il Governo in questi giorni sta accelerando gli spostamenti e aumentando i posti in accoglienza per ridurre la pressione in hotspot. All’interno della struttura incontriamo sempre persone molto provate dai lunghi viaggi e, purtroppo, dai naufragi in diversi casi”, ha raccontato Sarah Martelli, Coordinatrice a.i. della Risposta UNICEF in Italia. “Ricordiamo l’importanza di un supporto integrato e tempestivo sin dalle prime fasi. L’UNICEF esprime soddisfazione per la recente attivazione dell’ambulatorio pediatrico sull’isola e per il rafforzamento della risposta sanitaria con la figura di una ginecologa, indispensabile per la presa in carico di persone sopravvissute o a rischio di violenza di genere. Confermiamo in questa fase il supporto tecnico per garantire la protezione di bambine/i, adolescenti, donne e famiglie”.

Importante inoltre che non venga trascurato il tema della costruzione di un percorso di inserimento e inclusione di bambini, bambine e giovani, come ha sottolineato ancora Sarah Martelli: “Auspichiamo che si trovino soluzioni adeguate e a misura per i minori anche attraverso la promozione di forme di accoglienza alternative alle grandi strutture – quali l’affido familiare – e attraverso strutture piccole e radicate nel territorio che favoriscano i percorsi di reinserimento scolastico e di inclusione sociale”.