Far fronte alla carenza aumentando i posti letto disponibili e integrandoli con una rete di TIN allargate per la gestione del lattante/bambino critico
La Società Italiana di Neonatologia (SIN) interviene sul tema della carenza di Terapie Intensive Pediatriche (TIP) in Italia, situazione critica sottolineata sulle pagine di The Lancet in una lettera della Società di Anestesia e Rianimazione Neonatale e Pediatria Italiana (SARNePI), proponendo un aumento dei posti letto disponibili e integrandoli con una rete di Terapie Intensive neonatali (TIN) allargate per la gestione del lattante/bambino critico.
In un comunicato a firma di Luigi Orfeo, Presidente SIN e Consiglio Direttivo della SIN, Fabio Mosca, Presidente SIN-Safe e Eloisa Gitto e Gruppo di Studio della Terapia Intensiva della Prima Infanzia-TIPI della SIN, vengono riportati i numeri che descrivono la situazione dei posti letto in Italia: 273 per 9.788.622 di bambini e bambine (età 1-18 anni), un letto ogni 35.856 pazienti (gli standard raccomandati dall’Unione Europea sono di un letto ogni 20.000-30.000 bambini, riferisce la SIN). Vi è inoltre una distribuzione disomogenea a livello regionale, con una carenza massima al Sud e isole, con la Sardegna totalmente priva di posti letto di TIP. Complessivamente, viene riportato come su 26 TIP complessive, 13 siano al Nord, 9 al Centro e 4 al Sud, e negli anni non sono aumentati i posti letto dedicati alle cure intensive del bambino.
Tutto questo, a fronte di un aumento delle necessità, per un incremento del numero di lattanti/ bambini che necessitano di cure intensive: pazienti complessi, con patologie croniche ad alta intensità di cure, “che oggi rappresentano il 50% dei ricoveri nelle Terapie Intensive Pediatriche”, riporta la SIN. Viene inoltre sottolineato che “Ogni anno in Italia vengono ricoverati in Terapia Intensiva Pediatrica oltre 8500 bambini per cure intensive mediche, post-chirurgiche e traumi. Questo dato è sottostimato e rappresenta solo il 50% dei bambini critici realmente ricoverati, poiché l’altro 50% è ancora assistito in strutture dell’adulto e per la difficoltà di individuare il numero di posti letto di TIP, in quanto manca il codice disciplina che lo identifichi”, e come sia inopportuno un ricovero dei bambini critici in reparti di rianimazione dell’adulto.
La proposta
Nell’ambito della SIN da alcuni anni si è costituito un gruppo di studio (GdS Terapia intensiva della Prima Infanzia-TIPI) per approfondire e diffondere, tra gli operatori del settore, le tematiche legate alla cura del lattante critico e proporre una soluzione. Una survey (riferita al 2019) mostrava che il 79% delle TIN aveva ricoverato o gestito bambini oltre i 30 giorni di vita e/o le 44 settimane di età post-concezionale, dato confermato da un aggiornamento riferito al 2021, nel quale era emerso che la causa principale dei ricoveri in terapie intensiva era la patologia respiratoria, spesso per bronchiolite da virus respiratorio sinciziale.
“Per arginare il problema della carenza di posti letto di TIP in Italia, è necessario aumentare il numero di posti letto nelle Unità di Terapia Intensiva Pediatrica (PICU), migliorandone la distribuzione geografica nel Paese e creando una rete che coordini, con criteri centralizzati, il trattamento e il trasferimento dei pazienti pediatrici in condizioni critiche, su modello ‘Hub & Spoke‘, come proposto dallo studio pubblicato su ‘The Lancet’ “, propone la SIN, ma anche “potenziare ciò che i neonatologi, ormai da alcuni anni, hanno di fatto messo in atto, attraverso la realizzazione di TIN allargate alla gestione del lattante/bambino critico, individuate per caratteristiche logistiche ed organizzative e per macroaree territoriali e/o di bacino di popolazione di competenza, particolarmente in zone dove vi è carenza di TIP. Ciò è reso possibile anche grazie alla distribuzione delle TIN e delle TIP sul territorio Nazionale, con 124 TIN e 26 TIP”.
Un modello di cure miste, in cui a reparti esclusivi di TIP e di TIN, si affiancano reparti misti di TIN allargate.