Il concetto di tossicità equivalente
La tossicità delle diossine e dei PCBs dipende dal numero e dalla posizione degli atomi di cloro sull’anello aromatico. Per esprimere la tossicità dei singoli congeneri, è stato introdotto il concetto di fattore di tossicità equivalente (TEF = Toxicological Equivalent Factor). I fattori di tossicità equivalente si basano sulla considerazione che i PCDD, PCDF e i DL-PCBs sono composti strutturalmente simili che producono effetti tossici simili, tramite l’attivazione del recettore Ah. I TEF vengono calcolati confrontando l’affi nità di legame dei vari composti organoclorurati con il recettore Ah, rispetto a quella della 2,3,7,8 – TCDD, considerando TEF – TCDD = 1. Per esprimere la concentrazione complessiva di diossine nelle diverse matrici si è introdotto il concetto di tossicità equivalente (TEQ) che si ottiene sommando i prodotti tra i valori TEF dei singoli congeneri e le rispettive concentrazioni: TEQ= (Ci*TEFi). Nel testo si utilizzano quindi le abbreviazioni WHOTEQ PCDD/Fs e WHO-TEQ DL-PCBs Effetto dell’inquinamento urbano In linea generale, le principali fonti di contaminazione ambientale da PCDD/ Fs e PCBs negli ambienti urbani possono essere causati dalla presenza di termovalorizzatori di rifi uti, dagli scarichi domestici e industriali, e dal traffico. Tali sorgenti di contaminazione sono poco rilevanti se vengono rispettate le norme legislative vigenti in Europa, ma possono causare problemi in caso di comportamenti scorretti (es. incendi abusivi, scarichi illeciti, ecc). A questo proposito, studi condotti per valutare l’impatto di termovalorizzatori di rifi uti nelle vicinanze delle residenze urbane in Giappone, Portogallo e Spagna trovate non hanno rilevato differenze nei livelli di PCDDs, PCDFs e DLPCBs WHO TEQ tra le madri potenzialmente esposte e la popolazione generale, dimostrando la mancata contaminazione da parte di questi impianti sul latte materno. In Italia, indagini sul latte materno svolte a Giugliano (Campania) anche durante il periodo di emergenza rifi uti, a Milano (città densamente urbanizzata) e a Piacenza (città di piccole dimensioni e rurale) hanno rilevato una progressiva diminuzione dei livelli di PCDD/Fs e PCBs in tutte le aree indagate (figura 4). In particolare, il latte materno di Giugliano è risultato quello meno inquinato, probabilmente in relazione alla più giovane età delle madri (in media inferiore a 30 anni) rispetto a Milano (età media superiore a 30 anni) e Piacenza (età media di circa 30 anni).
La figura 4 presenta la diminuzione degli contaminanti nel latte materno in Italia dal 1980 a oggi. I punti di riferimento per la situazione in Italia sono i dati ottenuti durante monitoraggi svolti da WHO e i dati italiani rilevati nei pressi di Milano, Roma e Venezia dal 1998-2001.